Le strategie della sinistra

I dirigenti della sinistra italiana quando non sanno più cosa dire usano le loro parole magiche come ad esempio "strategia".
Dicendo "strategia" le persone pensano che dietro ci siano grandi riflessioni e un progetto vincente.
In realtà dicono strategia proprio per mascherare il fatto di non avere nessuna idea particolarmente attraente, perché i leader attuali della sinistra italiana non riescono a svincolarsi dalla cultura liberale dominante.
Proprio non riescono a capire come si possa proporre di chiudere le fabbriche inquinanti se non si trova un lavoro ai dipendenti di quelle fabbriche e sono disposti a qualsiasi compromesso purché nascano nuove fabbriche piene di lavoratori.
Del resto come si fa a proporsi come partito dei lavoratori se nessuno ha più un lavoro?
Questo perché del marxismo-leninismo, dal quale pretendono di discendere, hanno compreso solo che si deve costruire una forma di capitalismo diversa, sostituendo i proprietari capitalisti, con i proprietari proletari.
Tutto il resto, secondo loro, dovrebbe rimanere uguale, le fabbriche (con il loro inquinamento, però proletario), le case, le strade, la scuola e, addirittura l'esercito e la polizia. E, nonostante il modello russo abbia ampiamente testimoniato che non può funzionare un sistema come quello, le logiche dei leader della sinistra vi sono rimaste ancorate (sintomatico quando uno dei leader esultava per la possibilità di controllare una banca).
Per capire, dovrebbero chiedersi il perché delle cose, come fanno i bambini, che non ancora indottrinati non capiscono certe assurdità.
Scoprirebbero che molte delle fabbriche producono solo per riempire le discariche e che il guadagno capitalista non sta nella produzione di beni utili per la società ma nel movimento dei capitali e spesso nella sottrazione di beni pubblici, compresi i finanziamenti delle istituzioni.
Per questo non si può semplicemente passare da una produzione gestita in modo capitalista ad una gestita in modo sociale.
Certe produzioni, certe fabbriche, certi sistemi economici vanno ripensati completamente.
E per una regione con un potenziale agricolo importantissimo come la Puglia imporrebbero una strategia con la salvaguardia territorio e delle sue produzioni più sane: del grano per esempio, tra i migliori del mondo, che diventa miserrimo per i capitalisti disposti a far venire quello pessimo dall'estero solo per abbatterne i costi ed accapparrarselo per pochi spiccioli.
Si batterebbero per la fine dello sfruttamento dei braccianti extracomunitari, che hanno sostituito quelli italiani, solo perché schiavizzabili grazie alle pessime leggi ed alla loro inapplicabilità.
Capirebbero quindi che i lavoratori di Taranto invece di morire di fame o di tumore, potrebbero dedicarsi alla produzione di alimentari ad alto valore aggiunto in grado di reggere a qualsiasi concorrenza e che renderebbero il costo della vita della regione tra i più bassi al mondo.
Capirebbero anche che invece di finanziare fabbriche perché diano lavoro ai dipendenti facendo guadagnare profitti enormi ai proprietari e distruggendo la salute di tutti, si possono finanziare direttamente i dipendenti perché creino attività diverse.
Ma questa per i leader della sinistra non è una strategia applicabile perché i cittadini diventerebbero più liberi di scegliere.... anche di non votarli.

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