Figli di un Pantheon diverso

Sta sorgendo un movimento che non è nato ieri.
La sua storia è molto lunga, parte dal Risorgimento, dalle idee umaniste di chi lottava contro i tiranni e abbracciava i fratelli europei.
Si è alimentato con i pensieri del primo socialismo e dell'anarchia, ha letto i quaderni analitici di Gramsci e ascoltato rispettoso le parole piene di amore per la libertà e il socialismo di Pertini.
Ma non si è fermato mai, ha continuato a divorare le idee progressiste per la cultura di Don Milani, e ha pianto con il diario di Anna Frank e sperato con quelli di Arrigoni.
Ha lottato per i diritti dei più deboli e contro la xenofobia leghista, ha abbracciato la causa dell'ambiente perché è quello in cui vive e vivrà e non per mode passeggere, ha in mente le sofferenze dei popoli africani non solo quando le fanno vedere alla TV.
Questo movimento non è fatto di elettori ma di persone che si sono nutrite di idee comuni e hanno stretto tra loro pensieri antichi e modernissimi, di democrazia greca e di lotta partigiana, di manifestazioni per l'acqua e per la scuola. Delle lotte dei lavoratori per una vita dignitosa e un salario che non renda schiavi e un lavoro che non porti alla morte.
Questo movimento ha il diritto di essere rappresentato in parlamento senza essere ricattatato dai partiti che si appropriano solo delle parole ma tralasciano sempre di dare l'esempio.
E se chiedete il programma di governo, quello è chiaro:
...è la scelta per i beni comuni di tutti, e non delle cricche e delle lobby che finanziano i tesorieri di partito.
...è la scelta della solidarietà nell'economia, che non accetta il potere miope dei banchieri ed odioso degli affaristi senza scrupoli.
...è la scelta dell'educazione che non è solo scuola ma esempio e cultura del rispetto.
...è la scelta della tutela della nostra terra e della salute dei nostri cari, perché negli ospedali non ci sono mai i "malati-pazienti" ma i nostri vecchi e i nostri figli.
Ma non domandate da dove è nato questo movimento perché è sempre esistito...
 ...nei nostri cuori.
Appello di "Cambiare si può"

Vibr-azioni

Un brivido percorre l'Italia e non è il freddo.
Cosa succederebbe se alcune persone di spicco si unissero per cambiare l'Italia senza far uso dei partiti?
De Magistris la scorsa settimana ha delineato uno scenario nuovo, ulteriore, rispetto al vecchio schema "centrodestra-centrodicentro-centrosinistra" che già scricchiolava sotto i colpi grilleschi.
Infatti, se da destra si sente lo squillo di Montezemolo, da sinistra si eleva, per fortuna, quello di De Magistris, che aveva visto con la sua elezione la voglia di cambiamento sociale oltre che politico di molti cittadini.
Con le elezioni di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli, sembrava veramente che fossimo di fronte ad una svolta, con il PD e le sue tediose dispute interne, messo all'angolo. Un paio di personalità non del PD, decise nel cambiamento, che uscivano fuori dall'ombra e ci raccontavano che era possibile svoltare dopo decenni di strapopotere della destra, a Milano, e dell'inciucio a Napoli.
Un movimento che aveva coinvolto tantissimi cittadini che, anche senza ordini di partito, si erano mobilitati per cambiare le loro città.
Sembrava che finalmente  fosse il momento di una nuova stagione politica, anche per il PDsauro.
Poi il nulla, anzi...
Il PD in questi anni ha tentato di riappropriarsi di quello che aveva perso, non aderendo alle idee vincenti di quei sindaci ma semplicemente cercando di fagocitare Di Pietro e Vendola, e quindi De Magistris e Pisapia loro emanazioni nel locale.
E nel farlo hanno, in modo criminale proprio demolito la struttura che aveva portato alla vittoria di quei sindaci, mai accettati come proprie avvanguardie ma come temibili concorrenti.
Innanzi tutto, hanno cominciato a sfaldare e rendere possibili nuove alleanze a sinistra, mettendosi in conbutta con chi quelle elezioni le aveva perse nel modo più pesante, il famoso terzo polo, sciolto al sole come fosse ghiaccio. Così dopo pochi anni Tabacci e Ambrosoli si sono ritrovati, uno a livello nazionale ed uno a livello regionale, a lottare per la leadership del centrosinistra.
Poi, mai contenti, hanno pensato bene di appoggiare Monti nella continuazione della politica berlusconiana di demolizione delle strutture pubbliche e azzoppamento delle economie locali.
Tutto questo giocando la carta "o noi o Berlusconi", prendere o lasciare, tappatevi il naso perché altrimenti è peggio.
Il PD però aveva fatto i conti senza il Movimento 5 Stelle, che ha incominciato a macinare numeri e per ultimo De Magistris.
Cosa succederà se come ha descritto il sindaco napoletano, gli elettori di sinistra avranno la possibilità di scegliere un movimento non solo di protesta, come quello di Grillo, e per di più anti-montiano, laico, attento ai lavoratori e ai pensionati, alla scuola ed ai beni pubblici, ...oserei dire di sinistra?

Amar accord

Ai politici non piace Grillo per un motivo solo.
Non per quello che dice, anche perché molte cose sono condivisibili e portate avanti dagli stessi partiti, ma perché ha imposto di non fare alleanze, di non fare accordi con i partiti.
Questa decisione terrorizza i politici perché dall'epoca del compromesso storico qui è tutto un fiorire di accordi, di allenze trasversali di ricerca di convergenze parallele.
I politici sono abituati a mercanteggiare ogni cosa: vuoi far assumere dei lavoratori? Ok, però mi fai passare quella delibera. Vuoi far passare quella delibera? Ok allora mi assumi questi lavoratori che raccomando io.
Le leggi, i regolamenti, le scelte non avvengono mai senza contropartita.
Perché se non si da il contentino a tutti, magari quelli spifferano tutto alla stampa, si mettono a fare opposizione, e finisce tutto. Allora un colpo la cerchio ed uno alla botte, tu dai un legge a me ed io dò un finanziamento a te (o ai tuoi amici, o alla Chiesa, o ai giornali).
Lo scambio, sempre fatto sulla pelle e sulle tasse dei cittadini, ha funzionato per decenni.
Ma come si affronta uno come Grillo che vi dice da subito che non accetterà scambi?
Cosa offri ad uno che non non vuol nulla di quello che puoi promettere?
Vuoi un ministero? Una carica istituzionale? Un finanziamento? Una poltrona per la moglie o i parenti in qualche amministrazione pubblica?
Come si fà se uno non accetta questo sistema?
E di qui nasce il terrore. Qualcuno, forse, incomincia a chiedersi se allora è possibile non piegarsi, non inginocchiarsi ma andare dritti verso il proprio obiettivo, ma senza compromessi.
Forse, qualcuno incomincia a chiedere il conto.
Perché se per raggiungere il vostro obiettivo avete raggiunto un accordo, forse avete sminuito o annullato l'obiettivo stesso.
Che senso ha fermare le bombe della mafia accordandosi con parte della mafia?
Che senso ha mantenere i posti di lavoro in Puglia facendo morire gli operai e le loro famiglie a causa dell'inquinamento?
Che senso ha salvare le testate giornalistiche per aiutare la libertà di stampa grazie ai finanziamenti dello stato se per farlo si devono lasciare a Berlusconi tutte le TV e metà dei giornali?
Ma non crediate che il sistema sia finito.
Nuovi accordi sottobanco sono pronti, i partiti si stanno accordando per salvarsi le poltrone, il loro solo obiettivo.
Vi diranno però che lo fanno per voi: volete il lavoro? Volete non pagare le tasse? Volete che la Chiesa vi dia la benedizione? Volete scegliere il vostro candidato? Volete mettere una preferenza nella scheda elettorale?
Allora dovete accettare un accordino, una postilla nel contrattino con gli italiani.
Firmate qui, pagate un paio di euro e, signori "venghino", entrate anche voi nel circo di mangiafuoco.
Se poi vi accorgerete che lo spettacolo siete voi stessi, trasformati in burattini, o che la merce siete diventati voi, venduti come asini alla miglior banca mondiale offerente, non stupitevi, c'era scritto già sul cartellone dei partiti e ribadito da tutti:
"Mi ritrovo nella lettera della Bce."

Il male

Oggi ho letto una frase di Erri De Luca che recitava:

"...il male è irreparabile e non c'è modo di risanare un torto qualunque cosa si faccia dopo. Non c'è rimedio al di fuori di non commetterli e non commetterli è opera la più ardua e segreta in mezzo al mondo." (Non ora, non qui)

Ritengo che abbia ragione. Noi tutti spesso facciamo del male, a volte anche in modo indiretto o incansapevole. Passiamo la vita a cercare di evitare di farlo e a tentare di riparare il più possibile ai nostri errori.
Ma ci sono delle persone che non ragionano così. Sono persone che hanno scelto di
fare del male consci di quello che fanno. Per esempio sono quelli che portano avanti il fascismo e le mafie.
Nel loro caso, a giustificazione della loro esistenza c'è il male, il fare il male a qualcuno. La sopraffazione e la violenza necessaria per imporla sono elementi fondamentali sia nelle mafie che nel fascismo.
Sapendo quanto è profondo il male che fanno e lasciano nelle menti e nei corpi non posso quindi accettarli.
Ma la scelta tra questo male e l'opposto è facile.
Ma c'è un altro male che non posso accettare: quello commesso dai politici.
Anche se meno evidente è altrettanto grave il male commesso per ignavia, incuria o brama di potere.
Non posso lasciar correre quando vedo morire una persona travolta dal fango che un amministratore avrebbe dovuto sistemare, quando vedo morire un bambino a causa di un tumore da inquinamento che un sindaco avrebbe potuto evitare, quando vedo un politico baciare un mafioso che è tale sulla pelle di tante persone innocenti.
Ritengo che non si possa rispettare un politico perché esprime qualcosa che ci piace dal punto di vista economico e politico senza considerare i suoi altri comportamenti e i danni che ha commesso.
Perché non è accettabile che un tale politico, che non sa capire il male che è riuscito a causare, scriva le leggi a tutela di tutti. Non è concepibile che chi ha creato tanto danno possa ancora amministrare la cosa pubblica.
E soprattutto non è giustificabile chi cerca l'aiuto e l'allenza di tali persone per fini elettorali.

Il voto in cambio

Con i risultati in Sicilia si è evidenziato che il modello politico degli ultimi 20 anni è finito.
E' finito il sistema che vedeva il politico promettere qualcosa in cambio del voto, Poteva essere lavoro, anche a milioni, case popolari, a qualcuno, e appalti, alla malavita organizzata. Bastava promettere di togliere una tassa, l'ICI, per far pendere la bilancia a proprio favore. Bastava promettere lo sblocco di opere pubbliche per avere il consenso. A volte non si tratta neppure di grandi cose, specialmente a livello locale l'entratina saltuaria per un lavoretto al comune, alle poste, nella scuola, nei seggi facevano e fanno comodo agli elettori come ai politici che li gestiscono.
Per questo sistema erano però necessari i soldi. Per assumere, costruire e garantire redditi, pensioni e benefici più o meno legali, più o meno utili per il paese, ci volevano capitali ingenti.
Con questo sistema, chi non promette nulla, anzi parla di decrescita, di tagli agli sprechi e quindi licenziamenti, rimane sempre al palo. Perché a nessuno piace sentirsi dire che ha mangiato a sbafo, che quello che gli è stato dato, pur senza merito, non ci sarà più. Anatema su chi, come Cassandra dice la verità, "vade retro" a chi prospetta un sistema di uguali garanzie e accesso ai beni, magari parlando di merito, di onesta competizione di titoli e capacità.
Se questo, però, era fino a ieri adesso non è più.
I soldi pubblici, e anche privati, sono finiti.
Nessuno può più promettere nulla in più. La lotta è su chi promette di tagliare meno. Ma sempre di tagli bisogna parlare. E sono tagli pesanti, che non possono fare differenze, sono orizzontali senza sconti a nessuno.
La lotta politica quindi si gioca su chi salva di più, ma è un messaggio che non piace lo stesso. Perché nessun politico è in grado di garantire tutto a tutti. Perché vuol dire che si salva la sanità si tagliano le pensioni, se si salvaguardano gli usceri si devono licenziare i geometri. E soprattutto non si può assicurare che la mannaia salvi qualcuno. Perché molte decisioni non vengono neppure prese in Italia, ma in Europa.
Il politco ormai può promettere un mesto "speriamo che ce la caviamo". E con promesse così non si tirano fuori i voti da chi è stato lusingato per un ventennio, dopo il crollo delle ideologie, che il mondo e il proprio conto in banca era in crescita.
La prossima campagna elettorale sarà quindi giocata sul salviamo il salvabile: l'art. 18 a sinistra, l'IMU a destra, la scuola e la sanità per tutti saranno i punti di dibattito.
Chi prometterà di salvare di più, forse, vincerà le elezioni.
O forse le vincerà chi, come Grillo, non promette nulla di nuovo, dice quali sono i problemi. Li elenca tutti e per ciascuno promette un cambiamento senza dire quale e senza mai tener conto del quadro generale e del costo necessario, facendo credere alle persone che c'è una logica complessiva. E' una nuova formula di "voto in cambio", un "tana libera tutti" dei problemi: togliamo le auto blu e salviamo la sanità, togliamo gli sprechi alla sanità e salviamo la scuola, chiudiamo alcune univerità e così compriamo auto blu ma elettriche. Un circolo delle promesse senza un capo ed una coda e soprattutto senza sapere il perché delle cose, l'ennesima potenza del salviamo il salvabile.
Le ideologie sono passate, i soldi sono finiti, in cambio dei voti provate una volta a pensare al bene del paese.



il vuoto con il niente intorno

In questi giorni il centrosinistra lombardo ha chiesto ad Ambrosoli di diventare il candidato dello schieramento per le regionali.
Non ci sarebbe niente di strano se Ambrosoli non fosse stato il candidato sindaco di Milano per il terzo polo nel 2011.
Ovvero all'interno dei partiti dello schieramento di sinistra evidentemente non c'era nessuno capace, intelligente e onesto che si potesse candidare.
Del resto Ambrosoli faceva gola anche a destra e, ovviamente al centro.
Come è possibile che un uomo solo possa rappresentare le idee di tre schieramenti antitetici?
Perché, in realtà, quegli schieramenti sono basati su partiti che non rappresentano nulla. Al loro interno non si trova niente.
Non c'è un'idea di base sulla quale declinare la politica quotidiana, con la quale confrontarsi per scrivere le leggi e cercare di costruire una società diversa.
Per questo al loro interno non si parla di idee, non si discute di problemi ma si lavora solo sul marketing. Di come rendere migliore il nulla, più appetibile il niente.
Non ci sono scuole di partito, perché non c'è nulla da insegnare.
Non ci sono veri congressi dove si scontrano opinioni e progetti.
Ci sono solo le passerelle, dove le persone in vista parlano per ottenere l'applauso.
Ci sono i meeting, e i convegni e i seminari di formazione dove la claque può osannare il più simpatico.
Intorno al nulla però c'è un apparato, ci sono sedi, seggioline di plastica, ferrotubi per costruire gazebo e stand per le feste di partito.
Così come una piadina o una salsiccia non è di parte e può sfamare uno di destra o uno di sinistra, così in questi partiti senza idee, chiunque della cosidetta società civile può essere dato in pasto agli elettori del proprio schieramento.
Basta condirlo con la salsa marketing più giusta.

Quando? entro Aprile 2013, no?

Quando gli operai ed i minatori sardi capiranno che non devono aspettare l'aiuto dei politici ma scegliere uno di loro e candidarlo alle prossime elezioni, solo allora potranno ottenere finalmente qualcosa...
Quando i no-TAV capiranno che non devono credere in un qualsiasi movimento per avere un po' di ascolto ma allearsi agli operai sardi e candidare nel loro collegio uno di loro, solo allora i progetti faraonici smetteranno e così il debito si ridurrà...
Quando gli ecologisti tarantini capiranno che non devono più sperare nei giudici ma devono unirsi per una forza politica nazionale con i no-tav e gli operai e minatori sardi e candidare per la puglia i propri rappresentanti, solo allora le fabbriche inquinanti smetterano di uccidere...
 Però tutti dicono che non è possibile, tutti si affannano a spiegare ai minatori, agli operai, ai no-tav, agli ecologisti, ecc. ecc. che non possono farcela, che non riuscirebbero a fare nulla senza i partiti.
Eppure abbiamo avuto politici come Renzo Bossi e Cicciolina, eppure abbiamo avuto ministri come Calderoli e Gelmini, e se sono potuti entrare loro in politica perché non lo può fare un sindacalista preoccupato per i suoi compagni di lavoro e le loro famiglie, una mamma preoccupata per il futuro dei suoi figli, o un'espropriato dalle ruspe per il TAV?
Cosa hanno in meno? La Costituzione stabilisce che chiunque può candidarsi, non mette limiti non accetta etichette e patenti. Tutti i cittadini che hanno i diritti civili possono farsi eleggere.
Altri poi dicono che non si riuscirebbe a riunire tante anime diverse, perché tutti vogliono qualcosa di diverso. Come se i partiti che hanno fatto parte delle coalizioni che si sono presentate negli ultimi 20 anni avessero avuto qualche idea comune, qualche progetto condiviso veramente. Come se i partiti che si stanno presentando per la prossima legislatura fossero coesi al loro interno e seguissero tutti lo stesso programma e lavorassero tutti per lo stesso obiettivo.
L'unione dei cittadini attraverso i propri gruppi e secondo le situazioni locali è possibile e non sono rari i casi in cui è successo nella storia delle nazioni. Spesso è avvenuto in sistuazioni di emergenza o problematiche.
Questa è una di quelle.
 

I governi LOBBYtomizzati

Chi pensa che Monti, non dovendo dipendere dal risultato elettorale, si possa muovere liberamente non considera che come ex e futuro Rettore della Bocconi deve rendere conto alle lobby degli affari più di tutti gli altri.
Il suo prodotto scolastico infatti è destinato ai figli degli imprenditori e degli affaristi italiani ed esteri, che devono essere costantemente blanditi, per esempio insegnando il modo migliore per ottenere il massimo profitto a qualunque costo.
Per attirare nell'università i futuri dirigenti aziendali, bancari e finanziari e indottrinare schiere di economisti assertivi, è necessario dimostrare che le teorie ed i metodi insegnati sono quelli vincenti.
Quello che fa Monti è cercare di giustificare ai propri clienti-studenti che quello che ha insegnato negli anni '80 e '90 era giusto: nonostante i derivati, la fallimentare apertura verso la Cina, la gestione inflazionistica dell'Euro e così via.
E dato che i suoi clienti sono l'espressione del sistema imprenditoriale italiano è necessario anche aiutarli a sviluppare i loro business smantellando tutti quelli che sono considerati vincoli al pieno sfruttamento delle risorse e delle persone: allora si spiegano le scelte che penalizzano la salute e l'ecologia, lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, la privatizzazione o l'azzeramento delle attività pubbliche (comprese le scuole e la sanità).
Nonostante che tutte le belle teorie degli anni degli yuppies si siano rivelate disastrose, i protagonisti economici e culturali di quella stagione invece di riconoscere i propri errori, hanno pensato che sia più semplice cambiare i parametri di calcolo e le leggi di bilancio per far tornare i conti.
Un po' come fece Craxi che invece di ridurre l'inflazione ne cambiò il paniere di riferimento o come si fece con il livello di atrazina nell'acqua per rendere potabile anche quella inquinata.
Allo stesso modo, questo governo, invece di "bonificare" le banche e le imprese da personaggi che hanno sempre mirato ai propri miopi interessi a scapito della comunità, fornisce loro sempre nuovi strumenti per raggiungere il pareggio di bilancio, compresa la facoltà di mentire quando pubblicano i dati.
Si permette così alla FIAT di scegliere di investire negli USA e disinvestire in Italia, così come si è consigliato ed insegnato a tutti gli imprenditori che negli ultimi 20 anni hanno "delocalizzato" nell'Europa dell'Est e in Asia.
Si devono quindi permettere tutte le nuove attività di sfruttamento del territorio, quelle più piratesche, perché le altre, il carbone e l'alluminio sardi, per esempio, non permettono gli utili fantastici del prendi e fuggi.
In tutto questo, i partiti non sono scomparsi. Anche loro legati alle proprie lobbyne e lobbette, tirano la giacca del governo cercando di prendere parte alla spartizione dei favori. Chi invoca le "piccole medie imprese", chi pretende liberazioni ma perché "a favore dei lavoratori", chi difende un settore economico chi una rete di media.
Alle prossime elezioni, i partiti saranno, come sempre, solo i rappresentanti delle lobby che li finanzieranno nella campagna elettorale. Cercheranno il voto dei cittadini raccontando il loro falso interesse per il bene del paese e appena eletti, continueranno a fregarsene della volontà degli elettori, come hanno sempre fatto dopo i referendum.
Perché la volontà della gente comune male si adatta a quella delle lobby, che senza le legine a loro favore non potrebbero prosperare.
I personaggi dietro le lobby dovrebbero accontentarsi di lavorare duro per guadagnare il giusto invece di ottenere ricchezze favolose per vie traverse come insegnato dai guru delle scuole economiche.

Al cittadino non far sapere...

I partiti, specialmente quelli italiani, sono l'evoluzione delle organizzazioni massonico-carbonare da una parte ed ecclesiali dall'altra.
In entrambi i casi il popolo non doveva mai essere messo al corrente di tutto, perché ingnorante e perché non adatto a raggiungere il mistero dei rituali, incapace di intendere e di volere. Solo i capi, i pensatori, i politici di mestiere, gli ecclesiastici di alto rango, sapevano cosa fosse meglio per loro.
Dato che però dovevano fare i conti con le monarchie, impararono che era meglio non dire in giro quali erano i loro veri obiettivi, perché le monarchie vedevano in tutte le organizzazioni minacce (spesso reali) al loro potere che volevano assoluto.
Così, impararono a riunirsi in piccoli gruppi, solo quelli che contano, per organizzare e tramare nell'ombra. Poi, una volta ottenuto un po' di potere, finalmente avrebbero potuto spiegare le loro idee al popolo. Popolo che a quel punto le avrebbe dovute accettare contento del miglioramento raggiunto grazie ai "congiurati".
E non capirono, quei politici ottocenteschi, perché il popolo invece non li seguiva. Non capirono il brigantaggio del sud Italia, non capirono, in seguito perché molti operai e contadini non aderivano all'idea socialista.
L'avvento del fascismo in Italia, massimo esempio di politici che avevano obiettivi diversi da quelli che predicavano, costrinse ancora per decenni gli altri partiti a sistemi di politica clandestina, in parte proseguita anche dopo la seconda guerra mondiale a causa della guerra fredda.
Nel dopoguerra, poi, le imposizioni americane nelle scelte del paese, diedero una nuova scusante ai politici al governo per non condividere col popolo tutte le informazioni, come l'adesione di molti di loro a organizzazioni  paramilitari come Gladio.
Ora, che tutto il mondo è cambiato, rimangono però nelle logiche dei partiti un paio di elementi dei secoli scorsi: non far sapere tutto ai cittadini, neppure ai propri simpatizzanti e decidere in pochi per il "bene" di tutti.
Quando i cittadini decisero con referendum il divorzio, la possibilità di abortire legalmente, l'eliminazione di ministeri e del finanziamento ai partiti, il bando del nucleare, e per ultimo che l'acqua rimanesse pubblica i politici italiani cercarono in tutti i modi (a volte riuscendovi) a sovvertire la decisione popolare.
Nonostante siamo in una democrazia dal più di mezzo secolo e la parola popolo venga invoca in tutte le formule di rito i politici ritengono che siano loro gli unici in grado di capire cosa sia giusto per il paese.
Da quasi un anno si è dimesso Berlusconi ma i politici eletti con luigrazie al premio di maggioranza, e che quindi che non avrebbero più diritto a restare, non si sono dimessi, anzi appoggiano l'attuale governo insieme a quelli che sono stati eletti come minoranza.
Neppure si è ritenuto corretto rifare le elezioni.
La motivazione è che il popolo, come è successo in Grecia, potrebbe fare delle scelte non adatte all'attuale crisi economica. Crisi che è stata creata proprio da coloro che sostengono il governo con le loro passate scelte riguardo all'indebitamento e allo sviluppo del paese.
Nel frattempo però i politici italiani, si incontrano al vertice per discutere.
Per decidere le scelte del governo (tra ex-avversari) e nello stesso tempo per decidere gli accorpamenti per le prossime elezioni (tra ex-alleati) in una giravolta continua di riunioni e abboccamenti, interviste e conferenze programmatiche, spesso negati e smentiti un attimo dopo.
In tutto questo, quelli che mi fanno più tristezza sono gli iscritti e simpatizzanti dei partiti. Per esempio, quelli scesi in piazza per contrastare le scelte di Berlusconi e che adesso accettano scelte identiche ma fatte da Monti.
Invece di comprendere che i politici nelle loro scelte non si curano del popolo, cercano di difendere l'operato di quelli che ritengono dalla loro parte. E arrampicandosi sugli specchi ci spiegano che è per il bene del paese che, loro per primi, potranno perdere il lavoro, la casa e la pensione.
E difendono i loro amati politici che invece si terranno il posto, le loro case e le loro pensioni... anche loro solo per il bene del paese.

Spending e Spanding review

Si Spende e si Spande: per aeroplani da guerra, per auto blu, per stipendi di politici a tutti i livelli, per falsi lavoratori, invalidi e ciechi e soprattutto per le tangenti nella sanità e in tutti i lavori pubblici.
Si Spande a pioggia per gli sport olimpionici e per gli spot TV. Per dirci di andare in vacanza in Italia e per permettere a società calcistiche fallite di pagare stipendi milionari a giocatori di calcio, uomini spesso falliti nella vita ma che però sanno muovere bene la palla in un campo di erba sintetica (perché quella naturale piuttostoche farsi calpestare muore).
Invece si tagliano altre spese, come i letti negli ospedali.
Del resto perché la gente si ammala? Solo per potersene stare nel letto dell'ospedale gratis, ovvio.
Non perché le ciminiere dell'Ilva hanno lavorato a tutto spiano, non perché non ci sono regole efficaci nel traffico e gli incidenti si ripetono come le estrazioni di un lotto mortale.
La gente si ammala perché prevenire è meglio che curare ma i tangentisti e i faccendieri non guadagnerebbero abbastanza. Allora togliamo qualche letto di ospedale e aumentiamo i costi della sanità, così i faccendieri guadagneranno di più ma anche le cliniche private. Non facciamo sempre figli e figliastri. "Spanding" review per tutti!!
E di cosa vi lamentate? La colpa non è dei politici che hanno votato ieri la fiducia al governo Monti, i vari Bersani e Berlusconi, Alfano e Casini.
Perché non è certo colpa loro se i conti non sono in ordine: hanno governato loro negli scorsi 20 anni ma evidentemente stavano pensando ad altro.
Non si sono accordi che i cittadini ingordi Spendevano troppo e, probabilmente di nascosto dai governi Prodi, D'Alema, Berlusconi, vendevano BOT e CCT agli investitori stranieri.
I politici non si accorgevano che le regioni, le province e i comuni, sempre governati da loro, stavano facendo in piccolo quello che lo stato faceva in grande.
Non potevano fare un controllo dei conti ogni mese, cercando di spendere il giusto, contrattando con i fornitori e rinunciando alle spese eccessive e faraoniche.
Quello non è compito di questi politici. Compito dei politici era semplicemente quello di Spandere soldi, soprattutto agli amici, perché si sa, gli amici si vedono nel momento del bisogno (ovvero durante i processi per corruzione).
E Spandendo oggi e Spendendo domani, questi buontemponi di politici, finanziavano persino le feste ed i meeting di ogni specie (come dimenticarsi dei soldi della regione Lombardia donati da Formigoni per lo stand in quello di CL).
E se finiscono i soldi, nessun problema. Si fa tutto a debito: il TAV, l'acquisto di auto, aerei ed elicotteri, la costruzione di stadi e ospedali (messi sullo stesso piano). Volevano fare a debito addirittura il ponte sullo stretto di Sicilia e le centrali nucleari, tanto i finanziatori si sarebbero trovati.
Ed ecco che questi politici, di lungo corso adesso si stanno preparando per la prossima campagna elettorale.
Per farlo, la prima cosa è far dimenticare il passato: cari elettori guardiamo al futuro!
E chi regalerà ai cittadini il sogno più bello, il viso più sorridente e nello stesso momento che infonda ottimismo, potrà governare.
Per farlo è necessario che non ci siano voci fuori dal coro, dissonanti. Vendola è già stato recuperato, Di Pietro e la Lega faranno come al solito i "poliziotti cattivi" degli schieramenti per tranquilizzare i critici e convincerli comunque a votare.
Rimane l'incognita Grillo ma che verrà massmediaticamente azzerata.
Già sono pronti, con le foto smaglianti e gli slogan sognanti, che riempiranno le strade  le TV quando si tornerà nelle città, ora assonnate e deserte.

Incapaci di rimuovere gli incapaci

Cosa hanno in comune tutti i politici?
Che sono degli incapaci: incapaci a governare per il bene del paese, e delle amministrazioni che hanno presieduto.
Bersani e Di Pietro sono stati ministri. Qualcuno si ricorda di qualche cosa di buono fatto da loro, non dico qualcosa di veramente eclatante per cui saranno ricordati dai cittadini? Mi basterebbe che avessero lasciato almeno una riforma importante che abbia ancora effetto positivo per l'economia italiana.
Vendola, presidente della regione Puglia, che, nonostante gli arrivassero informazioni sull'inquinamento fuori controllo dell'Ilva ha continuato imperterrito a difenderne la produzione tossica. Lo stesso che ha dovuto rinunciare a molti collaboratori coinvolti in scandali di ogni genere. Vendola che ha dimostrato di non essere capace nel controllare quello che succede nella regione che dovrebbe amministrare, si propone di farlo addirittura a livello nazionale!
E senza parlare del cosidetto centro e centro-destra, anche da quella parte i politici al governo di comuni importanti (la Moratti che ha lasciato un buco di bilancio al comune di Milano, negato fino al giorno delle votazioni), regioni (Formigoni, Cota, neppure legali perché eletti grazie a liste con firme false) e dello stato (la politica finanziaria  creativa di Tremonti) per anni hanno data ampia dimostrazione di essere degli incapaci (alcuni anche di essere dei ladri e approfittatori).
E così via...
Che hanno in comune i sostenitori di tutti i partiti?
Che sono totalmente incapaci di cambiare i propri esponenti, sono così legati a loro da perdonare le peggiori nefandezze, ruberie e soprattutto la totale incapacità a governare.
Ogni volta che qualcuno fa presente loro i limiti dei politici che rappresentano il loro partito o schieramento, invece di verificare e nel caso buttarli fuori a calci, li difendono a spada tratta, pronti alla rissa verbale contro quelli che considerano nemici. Perché chiunque parli male dei loro capi è sicuramente un nemico. Così come sono nemici la magistratura e i giornali non appena rivelano che quei politici non sono come si immaginavano.
Ancora adesso ci sono quelli che difendono Bossi, nonostante abbia dimostrato di non essere capace a far null'altro che fossero gli interessi della sua famiglia e di qualche amichetto di lunga data. A chi lo critica non vengono risparmiate invettive, comprese quelle di Grillo, novello paladino delle incapacità perdute della Lega Nord.
Così si va avanti da decenni e decenni, dove ciascuno difende i suoi paladini a costo di mentire e accettare per vere le più grandi panzane ed idiozie (basti ricordare i parlamentari che hanno accettato e votato le giustificazioni di Berlusconi sulla false parentela egiziana di Ruby).
Nel gioco delle difese fino all'ultima sentenza, poi, tutti difendono tutti, il garantismo tra i politici arriva a livelli vergognosi, le dimissioni anche di fronte a reati palesi sono sempre accuratamente evitate. La giustizia invocata per i semplici cittadini quando delinquono, le pene esemplari richieste per gli extracomunitari sono invece considerate rivoluzionarie e minacce per l'ordine costituzionale nel caso i coinvolti siano politici (compresi quelli sorpresi in festini a base di cocaina).
I rapporti con mafiosi e personaggi equivoci sono tollerati e nessuno, né il Presidente della Repubblica né i Ministro degli interni avviano mai alcuna azione, almeno di richiamo e monito contro i politici implicati (come ad esempio ci si sarebbe aspettato ultimamente per il sindaco di Roma, Alemanno).
Se i politici sono incapaci di governare e gli aderenti ai partiti sono incapaci di toglierseli di torno, non si può pretendere che i partiti possano migliorare e che i politici possano aiutare il paese.
Quindi sono gli altri cittadini, che uniti per spirito di sopravvivenza, devono rimuovere dal governo questi partiti e questi politici.

Non si può fare!!! Disse la volpe, ma l'uva è già matura....

Non si può fare!!
Dissero agli americani che si ribellavano al Re inglese, dissero ai repubblicani francesi quando eliminarono la monarchia francese, dissero ai mazziniani che volevano Roma capitale d'Italia e ai garibaldini che si imbarcavano per sconfiggere il figlio borbone del re che aveva bombardato i ribelli di Palermo.
Allo stesso modo, ma senza voler avere la stessa importanza storica, i dirigenti dei partiti continuano a ripederlo come un mantra: senza partiti non si può governare.
Come farete a prendere decisioni senza che i partiti vi propongano riforme e progetti di infrastrutture faraoniche? Come farà l'economia a salvarsi senza gli incentivi che i partiti decidono di elargire alle imprese? Come si ricostruirà dopo le calmità senza i piani senza senso scritti da consulenti pagati milioni di euro e decisi con voti dei partiti che del pericolo non si sono mai curati?
Non si può fare! Ci dicono.
Invece si può!
Quando fu indetto il referendum per difendere l'acqua pubblica, i partiti pensarono che senza di loro nessuno ce la l'avrebbe fatta: prima a raccogliere tutte quelle firme e poi addirittura a fare la campagna elettorale.
Eppure si unirono moltissime associazioni, semplici cittadini formarono comitati di appoggio, in ogni città si organizzarono per unificare gli sforzi e ridurre i problemi.
Di fronte alla paura di perdere un bene essenziale, persone di qualsiasi tipo e ceto, di qualsiasi schieramento politico o idea si fermavano ai banchetti per firmare. E si formavano le code davanti ai tavoli, con persone che attendevano il loro turno, pur di dare un piccolo contributo, una firma, per esprimere il loro parere.
Nonostante i partiti cercassero in tutti i modi di boicottare il referendum, addirittura facendolo nascondere ai media, o come Di Pietro che non riuscendo a controllare questo movimento di cittadini decise di proporne uno alternativo. Nonostante tutto il referendum ha sancito che i cittadini non erano d'accordo con i partiti.
Infatti, i partiti da quel momento stanno cercando per vie traverse di imporre ancora la loro volontà aggirando il referendum.
Se per l'acqua i cittadini sono riusciti ad unirsi e a piegare lo stato al proprio desiderio, proprio come una vera democrazia, perché non potrebbero riuscirci nell'imporre la propria volontà alle elezioni politiche?
Una volontà di rifiuto delle logiche dei partiti, sempre pronte a dimenticarsi della volontà degli elettori, sempre dimentichi delle promesse fatte. Un volontà fatta di nuovi modi di intendere la politica. Una volontà di cmabiamento reale.
Si dice che è populismo e demagogia, sarà.
E se Ingroia, invece di esiliarlo, diventasse il prossimo ministro della Giustizia? Eletto come rappresentante delle associazioni contro la mafia?
E se Perino, diventasse il nuovo ministro dei lavori pubblici? Eletto dai no-tav e dalle mille associazioni contro le grandi opere pubbliche che distruggono il territorio a favore del cemento?
Quanti esempi di persone che potrebbero cambiare il volto dell'Ialia potete immaginare
anche da voi in pochi minuti? Decine e decine...
E allora, datemi retta, si può fare.

Le strategie della sinistra

I dirigenti della sinistra italiana quando non sanno più cosa dire usano le loro parole magiche come ad esempio "strategia".
Dicendo "strategia" le persone pensano che dietro ci siano grandi riflessioni e un progetto vincente.
In realtà dicono strategia proprio per mascherare il fatto di non avere nessuna idea particolarmente attraente, perché i leader attuali della sinistra italiana non riescono a svincolarsi dalla cultura liberale dominante.
Proprio non riescono a capire come si possa proporre di chiudere le fabbriche inquinanti se non si trova un lavoro ai dipendenti di quelle fabbriche e sono disposti a qualsiasi compromesso purché nascano nuove fabbriche piene di lavoratori.
Del resto come si fa a proporsi come partito dei lavoratori se nessuno ha più un lavoro?
Questo perché del marxismo-leninismo, dal quale pretendono di discendere, hanno compreso solo che si deve costruire una forma di capitalismo diversa, sostituendo i proprietari capitalisti, con i proprietari proletari.
Tutto il resto, secondo loro, dovrebbe rimanere uguale, le fabbriche (con il loro inquinamento, però proletario), le case, le strade, la scuola e, addirittura l'esercito e la polizia. E, nonostante il modello russo abbia ampiamente testimoniato che non può funzionare un sistema come quello, le logiche dei leader della sinistra vi sono rimaste ancorate (sintomatico quando uno dei leader esultava per la possibilità di controllare una banca).
Per capire, dovrebbero chiedersi il perché delle cose, come fanno i bambini, che non ancora indottrinati non capiscono certe assurdità.
Scoprirebbero che molte delle fabbriche producono solo per riempire le discariche e che il guadagno capitalista non sta nella produzione di beni utili per la società ma nel movimento dei capitali e spesso nella sottrazione di beni pubblici, compresi i finanziamenti delle istituzioni.
Per questo non si può semplicemente passare da una produzione gestita in modo capitalista ad una gestita in modo sociale.
Certe produzioni, certe fabbriche, certi sistemi economici vanno ripensati completamente.
E per una regione con un potenziale agricolo importantissimo come la Puglia imporrebbero una strategia con la salvaguardia territorio e delle sue produzioni più sane: del grano per esempio, tra i migliori del mondo, che diventa miserrimo per i capitalisti disposti a far venire quello pessimo dall'estero solo per abbatterne i costi ed accapparrarselo per pochi spiccioli.
Si batterebbero per la fine dello sfruttamento dei braccianti extracomunitari, che hanno sostituito quelli italiani, solo perché schiavizzabili grazie alle pessime leggi ed alla loro inapplicabilità.
Capirebbero quindi che i lavoratori di Taranto invece di morire di fame o di tumore, potrebbero dedicarsi alla produzione di alimentari ad alto valore aggiunto in grado di reggere a qualsiasi concorrenza e che renderebbero il costo della vita della regione tra i più bassi al mondo.
Capirebbero anche che invece di finanziare fabbriche perché diano lavoro ai dipendenti facendo guadagnare profitti enormi ai proprietari e distruggendo la salute di tutti, si possono finanziare direttamente i dipendenti perché creino attività diverse.
Ma questa per i leader della sinistra non è una strategia applicabile perché i cittadini diventerebbero più liberi di scegliere.... anche di non votarli.

Segreto di stat.... shhh

Rifletterei meglio sulle cose prima di decidere se sono legali o meno.
A cosa dovrebbe servire il segreto di stato?
Nei secoli scorsi, quando gli stati erano di proprietà di re ed imperatori si facevano la guerra per annettersi territori, e in questi conflitti era comodo far credere di avere dei nemici che invece erano già stati neutralizzati con accordi segreti.
Questi accordi segreti, diedero origine a molti voltafaccia che ingannarono governi ed eserciti (basti pensare al Patto di Londra accordo italiano per mollare definitivamente la Triplice Alleanza e aderire all'Intesa e le reazioni nazionali ed internazionali quando Lenin lo pubblicò tra i vari trattati segreti della Russia firmati dallo Zar).
Nonostante la fine delle guerre europee e quindi mondiali il sorgere della Guerra Fredda, con i suoi intrighi portò a nuovi accordi segreti che non venivano resi pubblici soprattutto per non impensierire l'opinione pubblica e poter continuare a mantenere una facciata rispettabile anche in azioni vergognose, dove interessi economici e accordi per spartizioni dovevano essere mascherati da intenzioni nobilissime.
Quindi il segreto di stato che una volta serviva per ingannare i nemici divenne uno strumento per ingannare soprattuto la popolazione. In America ed Inghilterra l'inganno può avvenire per un periodo limitato (comunque diversi decenni) e dopo i documenti devono essere svelati, cosa che comunque non rende giustizia alle persone che in quel periodo vivono credendo a cose non vere.
Con la caduta del muro di Berlino, anche la giustificazione della guerra fredda non ha più significato.
Allora a cosa servono i segreti di stato in questo momento? Chi deve essere ingannato ancora? La risposta è evidente: i cittadini.
E perché si dovrebbero ingannare i cittadini che sono anche gli elettori e quindi coloro che dovrebbero controllare lo stato ed essere serviti da questo?
Il motivo è che i politici si credono di essere ancora i depositari dell'intelligenza dello stato, i cittadini sono dei poveretti che giaciono in uno stato perenne di infermità mentale, ingenui che non devono essere disturbati nel loro sonno ebete da questi moderni massoni (se la Massoneria piace molto ai politici ci sarà un motivo).
Infatti, i politici si incontrano al vertice in stanze chiuse, il consiglio dei ministri viene  fatto senza giornalisti e telecamere.
Quali sono le parole che non devono essere sentite dai cittadini, dagli elettori?
Cosa mediano tra loro che non possa essere sentito dagli altri?
Ma non è forse perché quello che sentirebbe il popolo non gli piacerebbe?
Ma non è forse che gli accordi sottobanco prevedono dei cedimenti a posizioni indifendibili per chi si professa tutore della legalità e dell'ordine, del libero mercato e/o della giustizia sociale?
Non sarà che in questi accordi si parla di come ingannare le persone per far accettare loro situazioni illegali, incostituzionali e comunque ingiuste?
Se chi parla di democrazia fosse veramente democratico dovrebbe per primo lavorare senza segreti e trattative a porte chiuse e chiedere l'abolizione dei segreti dello stato. Perché lo stato non è un ente giuridico legale, lo stato sono i cittadini.

Le briciole e la torta

L'Ilva di Taranto, la FIAT di Pomigliano, i condoni, lo scudo...
I nostri politici sono incapaci allo stato puro. Non sono in grado mai di affrontare alcun problema seriamente, prima che accada, con professionalità e competenza.
Sono sempre alla ricerca del consenso di tutti quelli che hanno i soldi per condizionare l'opinione pubblica: magnati dell'industria, mafiosi, imprenditori da galera, scalatori di banche.
E quindi sono sempre disposti a cedere, a non rispettare neppure le leggi che loro stesso hanno scritto, a fare accordi sotto-banco, a derogare sulla sanità e sulla salute, sulla giustizia e sul diritto.
C'è sempre una postilla, un cavillo, un'interpretazione della legge che rivolta la frittata, che blocca i processi, che non fa accettare le prove evidenti,  che intimorisce i testimoni scomodi e i giudici che fanno troppe indagini.
E nonostante sia chiaro tutto, le persone non capiscono di essere vittime di loro stesse e del sistema. Perché gli imprenditori gli buttano le briciole: volete un lavoretto a 1000 euro al mese? Eccolo qui.
Però dovete cedere la torta: il patrimonio pubblico, gli stipendi dei parlamentari, l'ambiente, la vostra salute e quella dei vostri figli e dei vostri nipoti, i diritti sul lavoro, le tasse, l'acqua pubblica...
Ed ecco quindi che appare il politico che difende gli imprenditori, che impedisce ai cittadini di reagire, che, intervistato, mette sempre in dubbio le accuse e le prove del malaffare, della corruzione, dell'inquinamento ambientale.
E si porta dietro schiere di parolieri e professori per dimostrare l'indimostrabile (come quando volevano far credere che le centrali nucleari sono sicure e per maggiore sicurezza andavano messe nella pianura padana perché lì non ci sarebbero mai stati terremoti!).
Quindi per anni hanno sentenziato che l'Ilva inquinava ma non troppo, che la rinuncia dei diritti dei lavoratori a Pomigliano era necessaria per la globalizzazione, che i condoni edilizi servivano alle famiglie che avevano bisogno di una stanza in più  non per favorire l'edilizia dei palazzinari, che lo scudo fiscale avrebbe permesso di ridurre grandemente il debito pubblico.
Ora è il momento di chiedersi se vale la pena lottare per le briciole o per la torta.
Gli operai devono chiedersi se i finanziamenti pubblici debbano andare ad aiutare le aziende in crisi o piuttosto direttamente i lavoratori delle stesse aziende.
I malati devono interrogarsi se vale la pena avere un servizio sanitario appena sufficiente perché vengono foraggiate cliniche private e faccendieri o un servizio sanitario pubblico efficente.
I cittadini devono capire se è migliore una politica al servizio delle multinazionali (comprese quelle illegali e mafiose) o una che li difenda e li protegga da quelle stesse multinazionali.

Le tre scimmiette

Formigoni (PDL), Penati (PD), Renzo Bossi (Lega Nord).
Chi non vede, chi non sente e chi non parla.
Finalmente è chiaro il sistema amministrativo lombardo e specialmente milanese.
Il modello che per decenni è stato descritto come quello di riferimento per efficienza: dietro ad una coltre di perbenismo e conti truccati, tutti i politici potenti erano lì, pronti a prendersi ciascuno un fetta della Lombardia, regione ricca, da spremere ben bene.
Tutti zitti zitti: io non vedo tu che rubi e tu tralasci che lo faccio anch'io. Si può litigare su tante cose: sul sistema elettorale, sui diritti ai gay, sull'ICI, ecc. ma le ruberie dovevano essere salvaguardate, quindi silenzio sugli affari.
Un modello da esportare. Così, nel PD, per poter candidare in Emilia Errani all'ennesimo mandato (anche lui indagato), hanno accettato senza batter ciglio che si potesse candidare in Lombardia anche Formigoni (uno da tenersi buono perché amico di Don Verzé che intanto parlava con Vendola per altri ospedali in puglia...evidentemente saremo un popolo di malati cronici).
Così per non dover essere sempre al di sopra di ogni sospetto era meglio lasciar correre, meglio non scoperchiare corruzioni, tangenti e fginanziamenti illeciti. Perché venendo fuori la verità avrebbe trascinato tutti via dalle poltrone.
Questo è stato il sistema degli ultimi vent'anni, dopo che mani pulite aveva dimostrato ai politici che la questione dell'onestà faceva male a tutti i partiti, non solo ai ladri più grandi ma anche ai piccoli.
Ed i media in questo sono stati troppo spesso solidali con i politici dai quali hanno sempre ricevuto importanti vantaggi perché tacessero o almeno non portassero in prima pagina le inchieste più fastidiose, i resoconti precisi di amicizie pericolose e ricchezze facili di certi politici.
Quello che però non hanno calcolato questi politici corrotti è che il loro sistema ha un costo enorme, insopportabile. I soldi nel sistema politico italiano non bastano mai: costuire qualsiasi cosa, acquistare qualsiasi servizio o bene, ha un sovraprezzo dovuto alla ridistribuzione delle mazzette.
Per esempio, in Lombardia i soldi per le scuole e le università, per le infrastrutture, per gli incentivi alle nuove imprese sono stati fagocitati per la gran parte da una "sanità malata", esosa all'inverosibile (con il limite estremo della clinica degli orrori dove hanno tolto polmoni sani per avere il rimborso dell'intervento).
Ora ci si chiede di chi è la colpa dell'indebitamento dello stato: se dei politici, delle banche o del fatto che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità.
In realtà la colpa è dei cittadini ma per una ragione diversa: perché in troppi hanno continuato a votare persone indegne, chiudendo anche loro un occhio su certi affarucci, certe magagnette, che sono sempre state davanti a tutti.
E a furia di chiudere un occhio o tutti e due siamo finiti, passo dopo passo, nel baratro della finanza "creativa" mondiale.

No TAV per esempio

Quando ci sono le elezioni i partiti cercano e contattano associazioni e comitati perché rappresentano dei buoni serbatoi di voti, talvolta ne sposano le cause sinceramente, ma spesso è solo un matrimonio di interesse ripagato solo con finanziamenti ed aiuti.
Molti dirigenti di queste associazioni e comitati sono ormai parte del sistema: sanno che quelle dei politici sono solo promesse elettorali e cercano di trarre il massimo profitto, magari solo personale. I cittadini, invece pensano che i partiti li aiuteranno per davvero, si fidano e votano i partiti che a parole sono con loro ma poi nei fatti, per mille ragioni non fanno nulla e neppure si impegnano.
Questo perché le persone elette essendo rappresentanti prima di tutto di un partito devono rispondere alle esigenze del loro partito e portare avanti un programma e quindi considerano le istanze delle associazioni e dei comitati che li hanno aiutati argomenti marginali.
Alle scorse elezioni regionali il movimento NoTAV è stato ascoltato solo dal M5* e quindi ha aiutato quest'ultimo a far eleggere i suoi rappresentanti.
In questo modo il movimento NoTAV si è appoggiato ad un partito sperando che quel partito lo potesse aiutare nella sua lotta.
Ma anche in questo caso, dove sicuramente non ci sono interessi economici tra i due movimenti, la questione NoTAV è solo una parte dei problemi della regione Piemonte e gli eletti del M5* con tutta la più bona volontà vi si possono dedicare alla TAV solo in parte.
Ma cosa sarebbe successo se invece fosse stato eletto un rappresentante del movimento NoTAV con l'unico scopo di far smettere i lavori? Avrebbe battagliato ogni giorno sull'argomento, e come rappresentante democraticamente eletto avrebbe potuto accedere ai media per difendere la propria idea. In quel caso i giornalisti non avrebbero potuto chiedergli cosa ne pensava di Grillo o di quello che fa il M5* in Emilia, ma avrebbero dovuto parlare del suo problema trovando di fronte una persona che con le sue argomentazioni precise avrebbe ricacciato tutte le domande non pertinenti costringendo gli interlocutori a parlare esclusivamente di TAV.
Quindi proviamo a immaginare cosa succederebbe se ogni associazione o comitato si presentasse alle prossime elezioni portando avanti un proprio rappresentante. E cerchiamo di pensare a come sarebbe il quadro politico nazionale se quelle  associazioni, comitati e magari liste civiche si presentassero tutte insieme per superare gli sbarramenti e portassero avanti proprie persone, ciascuna col solo impegno di risolvere il problema posto dai cittadini che rappresenta.
Di colpo i partiti sarebbero per la gran parte inutili. Non ci sarebbero più eletti che seguono solo i propri interessi dopo aver promesso di occuparsi di altro.
Nel caso il tema fosse affrontato e risolto durante la legislatura il deputato dovrebbe semplicemente dimettersi per dare spazio ad un'altra tematica, e così via.
Finita poi la legislatura, se il problema rappresentato dagli eletti dell'associazione avrebbe cessato di essere di pubblico interesse, anche l'associazione potrebbe semplicemente sparire.
Perché questo avvenga non servono grandi assemblee, organigrammi e dibattiti sul programma. Basterebbe organizzarsi su poche regole comuni:
  • ogni associazione (comitato, ecc.) deve esistere da più di un anno (per evitare la creazione di associazioni a scopo elettorale)
  • non portare avanti logiche settarie o corporativiste (tipo quelli del "non nel mio giardino": se si è contro una discarica si è contro anche alle altre discariche in ogni luogo),
  • non essere neofascisti o ricollegabili a movimenti di estrema destra o xenofobi,
  • essere dalla parte di chi lotta contro le mafie,
  • presentare solo candidati incensurati e non indagati,
  • accettare che finito il mandato specifico l'eletto si dimetta subito per dare spazio ad altre tematiche (e che non si metta a rappresentare cose che nessuno gli ha chiesto),
  • non far parte, ovviamente, di nessun partito.

Essenza anti-liberale

Il liberismo e i suoi fautori sono i principali responsabili del disastro sociale ed economico.
Perché se da una parte professano la libertà di azione nell'economia, descrivendo il mondo in modo fantastico dove tutti hanno la possibilità di arrichirsi e prosperare, dall'altro creano proprio loro gli strumenti che impediscono alla maggioranza delle persone di poter accedere alle risorse: monopoli, contratti capestro, clausolette in fondo alle pagine.
Tutti elementi che ostacolano principalmente le libertà degli altri e di coloro che non vogliono per forza sopravvivere truffando il prossimo.
Non solo, i liberali sono i primi a venerare come miti quelli che hanno fatto i soldi proprio non rispettando le regole del libero mercato e sono tutti in ginocchio davanti a mafiosi o dittatori ma pieni di quattrini.
Sono quelli che teorizzano la libertà imprenditoriale senza valutare se l'idea alla base di un'azienda abbia un impatto sull'ambiente e sulla società e sono gli stessi che professano la libertà di movimento dei capitali, in modo che una volta sfruttata un'area si possano allontanare indisturbati lasciando dietro di tristi macerie industriali e conseguenze sociali terribili.
I liberisti da una parte vorrebbero eliminare tutti i limiti imposti dallo stato e dai cittadini, dall'altra sono sempre in prima linea a difendere i loro diritti acquisiti che lo stato è obbligato a difendere. E così, occupare una foresta vergine o un'area demaniale, sfruttare a morte il mare o trivellare nell'oceano deve essere consentito. Occupare una casa abbandonata, sequestrare un bene agli evasori fiscali, o incatenarsi ai cancelli di una fabbrica per impedire che i macchinari vengano trasportati altrove per mettere sul lastrico migliaia di famiglie, sono atti criminali.
Però i liberisti, quelli che insegnano o scrivono a favore del pensiero liberista hanno grandi spazi, diventano luminari e persino ministri. Sono i buoni per antonomasia, sempre contrari alla scontro violento nelle piazze, ai toni accesi nei dibattiti, quando protetti da forze di polizia, ma incoraggiano le rivoluzioni per abbattere qualsiasi regime che non gli consenta di fare nuovi affari.
I cattivi siamo noi, quelli che non sono interessati sempre e solo al profitto, che mettono su piani diversi il lavoro, l'economia, la famiglia, il tempo libero, la cultura, la scuola, la giustizia. Siamo noi quelli sbagliati, quelli che non capiscono come sarebbe bello il mondo se fosse completamente liberista e tutto si potesse mettere in vendita, anche la verità.

Bidibibodibibu... spread

Tutti si chiedono come è possibile che lo spread non cali più.
Se lo chiedono perché per decenni e decenni hanno insegnato che l'economia è una scienza e che in certe scuole economiche escono scienziati economici che, quindi, possono salvarci in tempi di crisi.
In Italia il tempio della scienza economica è la Bocconi e i bocconiani sono i nostri sacerdoti dello spread. Qualcuno avrà pensato che collocando un druido come Monti la nostra penosa situazione economica si sarebbe risolta come per magia.
In realtà lo studio dell'economia riguarda solo quello che è già successo e si dovrebbe chiamare più correttamente storia economica. Come succede per tutti gli studi storici è chiaramente folle cercare di farne strumenti di previsione del futuro.
Perché la storia è la fotografia di eventi di un certo momento e che sono irripetibili perché l'attimo dopo tutti i presupposti sono immediatamente diversi.
I cambiamenti che si susseguono, molto evidenti in economia, sono composti da milioni di piccoli cambiamenti che non sono definibili a priori in quanto dipendono da milioni e miliardi di teste diverse e dalle loro condizioni ambientali.
Basti pensare a quanto peserà nell'economia il terremoto emiliano o come ha condizionato l'economia lo scoppio della piattaforma al largo della Florida.
Questo mondo economico, inoltre, è influenzato dalla cultura: ci sono costi per i divertimenti, come concerti e feste della birra ed altri per squadre sportive, per funerali e per matrimoni reali.
Molti degli elementi economici sono basati sul nulla e in un attimo possono tramontare e poi sparire rimanendo solo nel ricordo. Allo stesso modo piccole fortune si possono creare in pochissimo tempo per non lasciare poi spazio ad ulteriori sviluppi e successivi trionfi.
Ci sono poi le distorsioni dovute alla corruzione, al nepotismo, ai rapporti interpersonali, tutti fattori capaci di creare le peggiori situazioni economiche.
Troppi sono perciò i fattori che determinano l'economia e quindi qualsiasi previsione economica ha le stesse probabilità di avverarsi del suo opposto.
Per questo la borsa non è interessata a seguire la realtà dell'economia, perché la borsa ed i mercati finanziari sono semplicemente un gioco basato sulla scommessa: vince chi indovina, non chi ha  l'economia migliore. In questo momento i giocatori scommettono che l'Italia e la Spagna ce la faranno, ma puntano in modo da vincere il più possibile nella giocata. Scommettere sulla Germania è noioso: non si perde ma non si vince nulla.
Questo determina lo spread Italiano.


Un'esperienza positiva, gli Ecologisti e Civici

Il nuovo soggetto politico non è così irreale come potrebbe sembrare.
Qualche tempo fa nacque un'idea simile che si chiama Ecologisti e Civici che però non ha avuto il successo sperato, perché s'è posto subito il problema della leadership e del programma comune. Ovviamente nessuno vuole abdicare il proprio potere decisionale e confluendo tutti in un unico partito la paura di molte associazioni e liste civiche era che chi sarebbe riuscito a raccogliere più consensi, quindi molto probabilmente i Verdi, avrebbe potuto comandare sugli altri.
Non solo, la necessità di definire un programma comune il più completo possibile ha rallentato il processo di unificazione, perché ovviamente non tutti possono avere la stessa visione su problemi locali, nazionali o internazionali.
Visti i limiti si deve superare quel modello: correttamente si vuole mettere insieme soggetti che hanno tutte le caratteristiche per collaborare, ma non si deve chiedere loro di far cessare la propria organizzazione, magari piccola e nata per affrontare problemi a livello di comune, per farla confluire in una più grande dove non sarebbe altro che una sigla le tante.
Ciascuno dovrebbe rimanere indipendente dagli altri, ad esclusione di pochi elementi comuni (il logo elettorale per esempio). Saranno i cittadini, votando a determinare chi all'interno dell'unione ha maggiore rappresentatività.
Anche così però chi avrà più eletti, se si avranno, non avrà mai il diritto di determinare la linea politica generale ed imporre decisioni che sarebbero sempre e solo di un gruppo e non dell'unanimità.
La nuova forza politica dovrebbe poi lavorare senza prevaricare i cittadini che rappresenta e quindi i suoi eletti non dovrebbero mai prendere decisioni su argomenti che non erano previsti nel programma elettorale, astenendosi o chiedendo la realizzazione di specifici referendum.

Partito Democratico? No! Grazie!

Perché il PD non può essere la base del rinnovamento?
Semplicemente perché non nasce come soggetto politico ma come orfanotrofio degli orfani di partito.
Come tanti fratellastri vivono in una stessa casa sperando ciascuno di ereditarla. E nell''insieme non è detto che sbaglino tutto o sia tutti degli incapaci, essendo tanti ci sono anche quelli che riescono a fare qualcosa di buono ma non perché alla base ci sia un pensiero comune in quella direzione, ma solo per fortuna o capacità individuale.
Infatti ogni volta che si chiede a quel partito di prendere una qualsiasi posizione si spacca almeno in due partiti diversi, quelli a favore e quelli contro.
Nella globalità però l'impegno che il PD mette nel salvaguardare le carriere personali (anche se politiche) o gli interessi di partito è decisamente superiore a quello che dedicano alla gestione della cosa pubblica.
Per difendersi la miglior tattica è l'attacco: "gli altri sono peggio".
Come se essere meglio di niente fosse un merito.
Però hanno sempre paura di mettersi a confronto, cercano di evitare le elezioni, che però purtroppo per loro ci sono spesso, e sono refrattari a primarie o a qualsiasi strumento di selezione interna che non sia la cooptazione dal vertice.
Questo perché consci della loro pochezza e dei limiti nel pensiero e nelle azioni. Anche quelli che dicono peggiori riescono a vincerli costantemente.
Ma la cosa che ne fa un avversario dei cittadini è la loro politica favorevole proprio alle strutture peggiori: banche, multinazionali, organismi statali, media di parte e sindacati (ma solo quando sono sotto il loro controllo).
Il PD è sempre in prima linea a difendere gli interessi di queste organizzazioni variando per ciascuna le motivazioni anche quando sono del tutto incoerenti tra loro.
E soprattutto le difende anche quando queste schiacciano con la loro opera i cittadini (come a Taranto e in Val di Susa, per esempio).

L'obiettivo politico

L'obiettivo primario della nuova forza politica è quello dello smantellamento delle strutture giuridiche legali che mettono in condizione di inferiorità il singolo cittadino a vantaggio dei mostri organizzativi che ci schiacciano.
Alla preponderanza legale che favorisce la prepotenza delle organizzazioni statali e internazionali va contrapposta l'unione dei singoli cittadini che si sono organizzati già in associazioni e comitati di resistenza per autodifesa.
Questi gruppi cittadini già attori reali della vita politica devono trasformarsi in strumento politico a favore dei cittadini. Dato che la loro azione, per non essere una sterile protesta, non può essere apolitica e d'altro canto per equidistanza e, troppo spesso, per convenienza non possono aderire ad alcun partito (come si suol dire hanno tematiche trasversali) devono diventare essi stessi partito.
Per capirci, quello ceh si dovrà realizzare è l'unione delle associazioni che non avendo bisogno quindi di una sua struttura non potrà mai diventare a sua volta un elemento di prepotenza organizzativa.
Alla nuova forza politica potranno quindi aderire le associazioni con la libera accettazione di poche regole comuni e idee condivise di programma e limitando la loro azione all'interno del partito con la designazione dei candidati alle elezioni, la diffusione delle idee degli altri gruppi e del programma comune.
Saranno poi i cittadini con le preferenze a definire gli eletti, messi nelle liste in modo casuale e non il segretario o il comitato centrale come avviene adesso in molti partiti.

Un nuovo soggetto politico

Ritengo che in questo momento debba nascere un nuovo soggetto politico, nuovo in tutti i sensi, e che descriverò in questo blog.
La prima cosa da fare è sgombrare il campo dalle esperienze passate, ciascuna importante al suo tempo ma che si sono rivelate fallimentari e, soprattutto non adatte alla nuova situazione nazionale ed internazionale.
Affronterò ciascuna teoria politica a parte dettagliando perché non vada bene e farò larghi accenni ai partiti che di quelle teorie si sono fatti portavoce, spesso in modo del tutto arbitrario.
L'elemento centrale per capire l'esigenza di nuovo soggetto politico è lo scontro tra le macro-organizzazioni ed i singoli cittadini, per far sì che questi ultimi possano contrastare efficacemente lo strapotere di stati e governi, multinazionali e banche,  mafie e criminalità organizzate (i confini tra gli interessi di tutte queste entità si sono assottigliati tanto da non riuscirli a vedere ma soprattutto si sono mescolati in modo che coincidano troppo spesso).
Nel passato gli strumenti per permettere di controbilanciare alcuni poteri erano costituiti dai partiti e dai sindacati, ma col tempo questi sono diventati sistemici alle altre organizzazioni (senza, purtroppo, eccezioni di tipologia) e spesso essi stessi strumento di oppressione.
Per superare l'ostacolo dei partiti l'unica forma possibile è l'unione di piccole entità che non siano onnicomprensive ma limitate nel tempo e negli obiettivi.
Una specie di partito non basato sul pensiero unico (che del resto non esiste, in realtà, in nessun partito) ma sulla confederazione di gruppi che portano avanti istanze collegate ed affini.
Un esempio pratico, per dimostrare che quello che dico non è una pura utopia, è il forum del  Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.
In quel caso, gruppi e comitati nati per esigenze diverse si sono uniti e mobilitati per un'unica lotta, nel caso delle prossime elezioni politiche, sarebbe necessario che gruppi, associazioni e comitati, nati per lotte diverse si uniscano per un obiettivo comune.

La mia Lettera Aperta

Scriverò ogni giorno fino alle prossime lezioni politiche la mia Lettera Aperta per cercare di spiegare la politica ed i politici.
Spero in questo modo di riuscire a convincere molti elettori a cambiare prospettiva e soprattutto spero di riuscire a far capire meglio le dinamiche che ci hanno portato a questa situazione e a delineare i possibili scenari politici futuri.
Sarà una Lettera Aperta, senza reticenze, senza ragionamenti reconditi, senza obiettivi diversi da quelli espressi.
Non sarà un ragionamento equidistante, ma fortemente di parte: in politica è necessario operare delle scelte e non è possibile che tutto ci vada bene allo stesso modo. Ma non cercate nelle mie parole un qualche appoggio agli attuali partiti perché nessuno, secondo me ha degnamente rappresentato i cittadini, al più si sono limitati ad assecondare i malumori dell'opinione pubblica.