Le tre scimmiette

Formigoni (PDL), Penati (PD), Renzo Bossi (Lega Nord).
Chi non vede, chi non sente e chi non parla.
Finalmente è chiaro il sistema amministrativo lombardo e specialmente milanese.
Il modello che per decenni è stato descritto come quello di riferimento per efficienza: dietro ad una coltre di perbenismo e conti truccati, tutti i politici potenti erano lì, pronti a prendersi ciascuno un fetta della Lombardia, regione ricca, da spremere ben bene.
Tutti zitti zitti: io non vedo tu che rubi e tu tralasci che lo faccio anch'io. Si può litigare su tante cose: sul sistema elettorale, sui diritti ai gay, sull'ICI, ecc. ma le ruberie dovevano essere salvaguardate, quindi silenzio sugli affari.
Un modello da esportare. Così, nel PD, per poter candidare in Emilia Errani all'ennesimo mandato (anche lui indagato), hanno accettato senza batter ciglio che si potesse candidare in Lombardia anche Formigoni (uno da tenersi buono perché amico di Don Verzé che intanto parlava con Vendola per altri ospedali in puglia...evidentemente saremo un popolo di malati cronici).
Così per non dover essere sempre al di sopra di ogni sospetto era meglio lasciar correre, meglio non scoperchiare corruzioni, tangenti e fginanziamenti illeciti. Perché venendo fuori la verità avrebbe trascinato tutti via dalle poltrone.
Questo è stato il sistema degli ultimi vent'anni, dopo che mani pulite aveva dimostrato ai politici che la questione dell'onestà faceva male a tutti i partiti, non solo ai ladri più grandi ma anche ai piccoli.
Ed i media in questo sono stati troppo spesso solidali con i politici dai quali hanno sempre ricevuto importanti vantaggi perché tacessero o almeno non portassero in prima pagina le inchieste più fastidiose, i resoconti precisi di amicizie pericolose e ricchezze facili di certi politici.
Quello che però non hanno calcolato questi politici corrotti è che il loro sistema ha un costo enorme, insopportabile. I soldi nel sistema politico italiano non bastano mai: costuire qualsiasi cosa, acquistare qualsiasi servizio o bene, ha un sovraprezzo dovuto alla ridistribuzione delle mazzette.
Per esempio, in Lombardia i soldi per le scuole e le università, per le infrastrutture, per gli incentivi alle nuove imprese sono stati fagocitati per la gran parte da una "sanità malata", esosa all'inverosibile (con il limite estremo della clinica degli orrori dove hanno tolto polmoni sani per avere il rimborso dell'intervento).
Ora ci si chiede di chi è la colpa dell'indebitamento dello stato: se dei politici, delle banche o del fatto che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità.
In realtà la colpa è dei cittadini ma per una ragione diversa: perché in troppi hanno continuato a votare persone indegne, chiudendo anche loro un occhio su certi affarucci, certe magagnette, che sono sempre state davanti a tutti.
E a furia di chiudere un occhio o tutti e due siamo finiti, passo dopo passo, nel baratro della finanza "creativa" mondiale.

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