I partiti, specialmente quelli italiani, sono l'evoluzione delle organizzazioni massonico-carbonare da una parte ed ecclesiali dall'altra.
In entrambi i casi il popolo non doveva mai essere messo al corrente di tutto, perché ingnorante e perché non adatto a raggiungere il mistero dei rituali, incapace di intendere e di volere. Solo i capi, i pensatori, i politici di mestiere, gli ecclesiastici di alto rango, sapevano cosa fosse meglio per loro.
Dato che però dovevano fare i conti con le monarchie, impararono che era meglio non dire in giro quali erano i loro veri obiettivi, perché le monarchie vedevano in tutte le organizzazioni minacce (spesso reali) al loro potere che volevano assoluto.
Così, impararono a riunirsi in piccoli gruppi, solo quelli che contano, per organizzare e tramare nell'ombra. Poi, una volta ottenuto un po' di potere, finalmente avrebbero potuto spiegare le loro idee al popolo. Popolo che a quel punto le avrebbe dovute accettare contento del miglioramento raggiunto grazie ai "congiurati".
E non capirono, quei politici ottocenteschi, perché il popolo invece non li seguiva. Non capirono il brigantaggio del sud Italia, non capirono, in seguito perché molti operai e contadini non aderivano all'idea socialista.
L'avvento del fascismo in Italia, massimo esempio di politici che avevano obiettivi diversi da quelli che predicavano, costrinse ancora per decenni gli altri partiti a sistemi di politica clandestina, in parte proseguita anche dopo la seconda guerra mondiale a causa della guerra fredda.
Nel dopoguerra, poi, le imposizioni americane nelle scelte del paese, diedero una nuova scusante ai politici al governo per non condividere col popolo tutte le informazioni, come l'adesione di molti di loro a organizzazioni paramilitari come Gladio.
Ora, che tutto il mondo è cambiato, rimangono però nelle logiche dei partiti un paio di elementi dei secoli scorsi: non far sapere tutto ai cittadini, neppure ai propri simpatizzanti e decidere in pochi per il "bene" di tutti.
Quando i cittadini decisero con referendum il divorzio, la possibilità di abortire legalmente, l'eliminazione di ministeri e del finanziamento ai partiti, il bando del nucleare, e per ultimo che l'acqua rimanesse pubblica i politici italiani cercarono in tutti i modi (a volte riuscendovi) a sovvertire la decisione popolare.
Nonostante siamo in una democrazia dal più di mezzo secolo e la parola popolo venga invoca in tutte le formule di rito i politici ritengono che siano loro gli unici in grado di capire cosa sia giusto per il paese.
Da quasi un anno si è dimesso Berlusconi ma i politici eletti con luigrazie al premio di maggioranza, e che quindi che non avrebbero più diritto a restare, non si sono dimessi, anzi appoggiano l'attuale governo insieme a quelli che sono stati eletti come minoranza.
Neppure si è ritenuto corretto rifare le elezioni.
La motivazione è che il popolo, come è successo in Grecia, potrebbe fare delle scelte non adatte all'attuale crisi economica. Crisi che è stata creata proprio da coloro che sostengono il governo con le loro passate scelte riguardo all'indebitamento e allo sviluppo del paese.
Nel frattempo però i politici italiani, si incontrano al vertice per discutere.
Per decidere le scelte del governo (tra ex-avversari) e nello stesso tempo per decidere gli accorpamenti per le prossime elezioni (tra ex-alleati) in una giravolta continua di riunioni e abboccamenti, interviste e conferenze programmatiche, spesso negati e smentiti un attimo dopo.
In tutto questo, quelli che mi fanno più tristezza sono gli iscritti e simpatizzanti dei partiti. Per esempio, quelli scesi in piazza per contrastare le scelte di Berlusconi e che adesso accettano scelte identiche ma fatte da Monti.
Invece di comprendere che i politici nelle loro scelte non si curano del popolo, cercano di difendere l'operato di quelli che ritengono dalla loro parte. E arrampicandosi sugli specchi ci spiegano che è per il bene del paese che, loro per primi, potranno perdere il lavoro, la casa e la pensione.
E difendono i loro amati politici che invece si terranno il posto, le loro case e le loro pensioni... anche loro solo per il bene del paese.
Nessun commento:
Posta un commento