Cosa hanno in comune tutti i politici?
Che sono degli incapaci: incapaci a governare per il bene del paese, e delle amministrazioni che hanno presieduto.
Bersani e Di Pietro sono stati ministri. Qualcuno si ricorda di qualche cosa di buono fatto da loro, non dico qualcosa di veramente eclatante per cui saranno ricordati dai cittadini? Mi basterebbe che avessero lasciato almeno una riforma importante che abbia ancora effetto positivo per l'economia italiana.
Vendola, presidente della regione Puglia, che, nonostante gli arrivassero informazioni sull'inquinamento fuori controllo dell'Ilva ha continuato imperterrito a difenderne la produzione tossica. Lo stesso che ha dovuto rinunciare a molti collaboratori coinvolti in scandali di ogni genere. Vendola che ha dimostrato di non essere capace nel controllare quello che succede nella regione che dovrebbe amministrare, si propone di farlo addirittura a livello nazionale!
E senza parlare del cosidetto centro e centro-destra, anche da quella parte i politici al governo di comuni importanti (la Moratti che ha lasciato un buco di bilancio al comune di Milano, negato fino al giorno delle votazioni), regioni (Formigoni, Cota, neppure legali perché eletti grazie a liste con firme false) e dello stato (la politica finanziaria creativa di Tremonti) per anni hanno data ampia dimostrazione di essere degli incapaci (alcuni anche di essere dei ladri e approfittatori).
E così via...
Che hanno in comune i sostenitori di tutti i partiti?
Che sono totalmente incapaci di cambiare i propri esponenti, sono così legati a loro da perdonare le peggiori nefandezze, ruberie e soprattutto la totale incapacità a governare.
Ogni volta che qualcuno fa presente loro i limiti dei politici che rappresentano il loro partito o schieramento, invece di verificare e nel caso buttarli fuori a calci, li difendono a spada tratta, pronti alla rissa verbale contro quelli che considerano nemici. Perché chiunque parli male dei loro capi è sicuramente un nemico. Così come sono nemici la magistratura e i giornali non appena rivelano che quei politici non sono come si immaginavano.
Ancora adesso ci sono quelli che difendono Bossi, nonostante abbia dimostrato di non essere capace a far null'altro che fossero gli interessi della sua famiglia e di qualche amichetto di lunga data. A chi lo critica non vengono risparmiate invettive, comprese quelle di Grillo, novello paladino delle incapacità perdute della Lega Nord.
Così si va avanti da decenni e decenni, dove ciascuno difende i suoi paladini a costo di mentire e accettare per vere le più grandi panzane ed idiozie (basti ricordare i parlamentari che hanno accettato e votato le giustificazioni di Berlusconi sulla false parentela egiziana di Ruby).
Nel gioco delle difese fino all'ultima sentenza, poi, tutti difendono tutti, il garantismo tra i politici arriva a livelli vergognosi, le dimissioni anche di fronte a reati palesi sono sempre accuratamente evitate. La giustizia invocata per i semplici cittadini quando delinquono, le pene esemplari richieste per gli extracomunitari sono invece considerate rivoluzionarie e minacce per l'ordine costituzionale nel caso i coinvolti siano politici (compresi quelli sorpresi in festini a base di cocaina).
I rapporti con mafiosi e personaggi equivoci sono tollerati e nessuno, né il Presidente della Repubblica né i Ministro degli interni avviano mai alcuna azione, almeno di richiamo e monito contro i politici implicati (come ad esempio ci si sarebbe aspettato ultimamente per il sindaco di Roma, Alemanno).
Se i politici sono incapaci di governare e gli aderenti ai partiti sono incapaci di toglierseli di torno, non si può pretendere che i partiti possano migliorare e che i politici possano aiutare il paese.
Quindi sono gli altri cittadini, che uniti per spirito di sopravvivenza, devono rimuovere dal governo questi partiti e questi politici.
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