Chi pensa che Monti, non dovendo dipendere dal risultato elettorale, si possa muovere liberamente non considera che come ex e futuro Rettore della Bocconi deve rendere conto alle lobby degli affari più di tutti gli altri.
Il suo prodotto scolastico infatti è destinato ai figli degli imprenditori e degli affaristi italiani ed esteri, che devono essere costantemente blanditi, per esempio insegnando il modo migliore per ottenere il massimo profitto a qualunque costo.
Per attirare nell'università i futuri dirigenti aziendali, bancari e finanziari e indottrinare schiere di economisti assertivi, è necessario dimostrare che le teorie ed i metodi insegnati sono quelli vincenti.
Quello che fa Monti è cercare di giustificare ai propri clienti-studenti che quello che ha insegnato negli anni '80 e '90 era giusto: nonostante i derivati, la fallimentare apertura verso la Cina, la gestione inflazionistica dell'Euro e così via.
E dato che i suoi clienti sono l'espressione del sistema imprenditoriale italiano è necessario anche aiutarli a sviluppare i loro business smantellando tutti quelli che sono considerati vincoli al pieno sfruttamento delle risorse e delle persone: allora si spiegano le scelte che penalizzano la salute e l'ecologia, lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, la privatizzazione o l'azzeramento delle attività pubbliche (comprese le scuole e la sanità).
Nonostante che tutte le belle teorie degli anni degli yuppies si siano rivelate disastrose, i protagonisti economici e culturali di quella stagione invece di riconoscere i propri errori, hanno pensato che sia più semplice cambiare i parametri di calcolo e le leggi di bilancio per far tornare i conti.
Un po' come fece Craxi che invece di ridurre l'inflazione ne cambiò il paniere di riferimento o come si fece con il livello di atrazina nell'acqua per rendere potabile anche quella inquinata.
Allo stesso modo, questo governo, invece di "bonificare" le banche e le imprese da personaggi che hanno sempre mirato ai propri miopi interessi a scapito della comunità, fornisce loro sempre nuovi strumenti per raggiungere il pareggio di bilancio, compresa la facoltà di mentire quando pubblicano i dati.
Si permette così alla FIAT di scegliere di investire negli USA e disinvestire in Italia, così come si è consigliato ed insegnato a tutti gli imprenditori che negli ultimi 20 anni hanno "delocalizzato" nell'Europa dell'Est e in Asia.
Si devono quindi permettere tutte le nuove attività di sfruttamento del territorio, quelle più piratesche, perché le altre, il carbone e l'alluminio sardi, per esempio, non permettono gli utili fantastici del prendi e fuggi.
In tutto questo, i partiti non sono scomparsi. Anche loro legati alle proprie lobbyne e lobbette, tirano la giacca del governo cercando di prendere parte alla spartizione dei favori. Chi invoca le "piccole medie imprese", chi pretende liberazioni ma perché "a favore dei lavoratori", chi difende un settore economico chi una rete di media.
Alle prossime elezioni, i partiti saranno, come sempre, solo i rappresentanti delle lobby che li finanzieranno nella campagna elettorale. Cercheranno il voto dei cittadini raccontando il loro falso interesse per il bene del paese e appena eletti, continueranno a fregarsene della volontà degli elettori, come hanno sempre fatto dopo i referendum.
Perché la volontà della gente comune male si adatta a quella delle lobby, che senza le legine a loro favore non potrebbero prosperare.
I personaggi dietro le lobby dovrebbero accontentarsi di lavorare duro per guadagnare il giusto invece di ottenere ricchezze favolose per vie traverse come insegnato dai guru delle scuole economiche.
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