Oggi ho letto una frase di Erri De Luca che recitava:
"...il male è irreparabile e non c'è modo di risanare un torto qualunque cosa si faccia dopo. Non c'è rimedio al di fuori di non commetterli e non commetterli è opera la più ardua e segreta in mezzo al mondo." (Non ora, non qui)
Ritengo che abbia ragione. Noi tutti spesso facciamo del male, a volte anche in modo indiretto o incansapevole. Passiamo la vita a cercare di evitare di farlo e a tentare di riparare il più possibile ai nostri errori.
Ma ci sono delle persone che non ragionano così. Sono persone che hanno scelto di
fare del male consci di quello che fanno. Per esempio sono quelli che portano avanti il fascismo e le mafie.
Nel loro caso, a giustificazione della loro esistenza c'è il male, il fare il male a qualcuno. La sopraffazione e la violenza necessaria per imporla sono elementi fondamentali sia nelle mafie che nel fascismo.
Sapendo quanto è profondo il male che fanno e lasciano nelle menti e nei corpi non posso quindi accettarli.
Ma la scelta tra questo male e l'opposto è facile.
Ma c'è un altro male che non posso accettare: quello commesso dai politici.
Anche se meno evidente è altrettanto grave il male commesso per ignavia, incuria o brama di potere.
Non posso lasciar correre quando vedo morire una persona travolta dal fango che un amministratore avrebbe dovuto sistemare, quando vedo morire un bambino a causa di un tumore da inquinamento che un sindaco avrebbe potuto evitare, quando vedo un politico baciare un mafioso che è tale sulla pelle di tante persone innocenti.
Ritengo che non si possa rispettare un politico perché esprime qualcosa che ci piace dal punto di vista economico e politico senza considerare i suoi altri comportamenti e i danni che ha commesso.
Perché non è accettabile che un tale politico, che non sa capire il male che è riuscito a causare, scriva le leggi a tutela di tutti. Non è concepibile che chi ha creato tanto danno possa ancora amministrare la cosa pubblica.
E soprattutto non è giustificabile chi cerca l'aiuto e l'allenza di tali persone per fini elettorali.
Il voto in cambio
Con i risultati in Sicilia si è evidenziato che il modello politico degli ultimi 20 anni è finito.
E' finito il sistema che vedeva il politico promettere qualcosa in cambio del voto, Poteva essere lavoro, anche a milioni, case popolari, a qualcuno, e appalti, alla malavita organizzata. Bastava promettere di togliere una tassa, l'ICI, per far pendere la bilancia a proprio favore. Bastava promettere lo sblocco di opere pubbliche per avere il consenso. A volte non si tratta neppure di grandi cose, specialmente a livello locale l'entratina saltuaria per un lavoretto al comune, alle poste, nella scuola, nei seggi facevano e fanno comodo agli elettori come ai politici che li gestiscono.
Per questo sistema erano però necessari i soldi. Per assumere, costruire e garantire redditi, pensioni e benefici più o meno legali, più o meno utili per il paese, ci volevano capitali ingenti.
Con questo sistema, chi non promette nulla, anzi parla di decrescita, di tagli agli sprechi e quindi licenziamenti, rimane sempre al palo. Perché a nessuno piace sentirsi dire che ha mangiato a sbafo, che quello che gli è stato dato, pur senza merito, non ci sarà più. Anatema su chi, come Cassandra dice la verità, "vade retro" a chi prospetta un sistema di uguali garanzie e accesso ai beni, magari parlando di merito, di onesta competizione di titoli e capacità.
Se questo, però, era fino a ieri adesso non è più.
I soldi pubblici, e anche privati, sono finiti.
Nessuno può più promettere nulla in più. La lotta è su chi promette di tagliare meno. Ma sempre di tagli bisogna parlare. E sono tagli pesanti, che non possono fare differenze, sono orizzontali senza sconti a nessuno.
La lotta politica quindi si gioca su chi salva di più, ma è un messaggio che non piace lo stesso. Perché nessun politico è in grado di garantire tutto a tutti. Perché vuol dire che si salva la sanità si tagliano le pensioni, se si salvaguardano gli usceri si devono licenziare i geometri. E soprattutto non si può assicurare che la mannaia salvi qualcuno. Perché molte decisioni non vengono neppure prese in Italia, ma in Europa.
Il politco ormai può promettere un mesto "speriamo che ce la caviamo". E con promesse così non si tirano fuori i voti da chi è stato lusingato per un ventennio, dopo il crollo delle ideologie, che il mondo e il proprio conto in banca era in crescita.
La prossima campagna elettorale sarà quindi giocata sul salviamo il salvabile: l'art. 18 a sinistra, l'IMU a destra, la scuola e la sanità per tutti saranno i punti di dibattito.
Chi prometterà di salvare di più, forse, vincerà le elezioni.
O forse le vincerà chi, come Grillo, non promette nulla di nuovo, dice quali sono i problemi. Li elenca tutti e per ciascuno promette un cambiamento senza dire quale e senza mai tener conto del quadro generale e del costo necessario, facendo credere alle persone che c'è una logica complessiva. E' una nuova formula di "voto in cambio", un "tana libera tutti" dei problemi: togliamo le auto blu e salviamo la sanità, togliamo gli sprechi alla sanità e salviamo la scuola, chiudiamo alcune univerità e così compriamo auto blu ma elettriche. Un circolo delle promesse senza un capo ed una coda e soprattutto senza sapere il perché delle cose, l'ennesima potenza del salviamo il salvabile.
Le ideologie sono passate, i soldi sono finiti, in cambio dei voti provate una volta a pensare al bene del paese.
E' finito il sistema che vedeva il politico promettere qualcosa in cambio del voto, Poteva essere lavoro, anche a milioni, case popolari, a qualcuno, e appalti, alla malavita organizzata. Bastava promettere di togliere una tassa, l'ICI, per far pendere la bilancia a proprio favore. Bastava promettere lo sblocco di opere pubbliche per avere il consenso. A volte non si tratta neppure di grandi cose, specialmente a livello locale l'entratina saltuaria per un lavoretto al comune, alle poste, nella scuola, nei seggi facevano e fanno comodo agli elettori come ai politici che li gestiscono.
Per questo sistema erano però necessari i soldi. Per assumere, costruire e garantire redditi, pensioni e benefici più o meno legali, più o meno utili per il paese, ci volevano capitali ingenti.
Con questo sistema, chi non promette nulla, anzi parla di decrescita, di tagli agli sprechi e quindi licenziamenti, rimane sempre al palo. Perché a nessuno piace sentirsi dire che ha mangiato a sbafo, che quello che gli è stato dato, pur senza merito, non ci sarà più. Anatema su chi, come Cassandra dice la verità, "vade retro" a chi prospetta un sistema di uguali garanzie e accesso ai beni, magari parlando di merito, di onesta competizione di titoli e capacità.
Se questo, però, era fino a ieri adesso non è più.
I soldi pubblici, e anche privati, sono finiti.
Nessuno può più promettere nulla in più. La lotta è su chi promette di tagliare meno. Ma sempre di tagli bisogna parlare. E sono tagli pesanti, che non possono fare differenze, sono orizzontali senza sconti a nessuno.
La lotta politica quindi si gioca su chi salva di più, ma è un messaggio che non piace lo stesso. Perché nessun politico è in grado di garantire tutto a tutti. Perché vuol dire che si salva la sanità si tagliano le pensioni, se si salvaguardano gli usceri si devono licenziare i geometri. E soprattutto non si può assicurare che la mannaia salvi qualcuno. Perché molte decisioni non vengono neppure prese in Italia, ma in Europa.
Il politco ormai può promettere un mesto "speriamo che ce la caviamo". E con promesse così non si tirano fuori i voti da chi è stato lusingato per un ventennio, dopo il crollo delle ideologie, che il mondo e il proprio conto in banca era in crescita.
La prossima campagna elettorale sarà quindi giocata sul salviamo il salvabile: l'art. 18 a sinistra, l'IMU a destra, la scuola e la sanità per tutti saranno i punti di dibattito.
Chi prometterà di salvare di più, forse, vincerà le elezioni.
O forse le vincerà chi, come Grillo, non promette nulla di nuovo, dice quali sono i problemi. Li elenca tutti e per ciascuno promette un cambiamento senza dire quale e senza mai tener conto del quadro generale e del costo necessario, facendo credere alle persone che c'è una logica complessiva. E' una nuova formula di "voto in cambio", un "tana libera tutti" dei problemi: togliamo le auto blu e salviamo la sanità, togliamo gli sprechi alla sanità e salviamo la scuola, chiudiamo alcune univerità e così compriamo auto blu ma elettriche. Un circolo delle promesse senza un capo ed una coda e soprattutto senza sapere il perché delle cose, l'ennesima potenza del salviamo il salvabile.
Le ideologie sono passate, i soldi sono finiti, in cambio dei voti provate una volta a pensare al bene del paese.
il vuoto con il niente intorno
In questi giorni il centrosinistra lombardo ha chiesto ad Ambrosoli di diventare il candidato dello schieramento per le regionali.
Non ci sarebbe niente di strano se Ambrosoli non fosse stato il candidato sindaco di Milano per il terzo polo nel 2011.
Ovvero all'interno dei partiti dello schieramento di sinistra evidentemente non c'era nessuno capace, intelligente e onesto che si potesse candidare.
Del resto Ambrosoli faceva gola anche a destra e, ovviamente al centro.
Come è possibile che un uomo solo possa rappresentare le idee di tre schieramenti antitetici?
Perché, in realtà, quegli schieramenti sono basati su partiti che non rappresentano nulla. Al loro interno non si trova niente.
Non c'è un'idea di base sulla quale declinare la politica quotidiana, con la quale confrontarsi per scrivere le leggi e cercare di costruire una società diversa.
Per questo al loro interno non si parla di idee, non si discute di problemi ma si lavora solo sul marketing. Di come rendere migliore il nulla, più appetibile il niente.
Non ci sono scuole di partito, perché non c'è nulla da insegnare.
Non ci sono veri congressi dove si scontrano opinioni e progetti.
Ci sono solo le passerelle, dove le persone in vista parlano per ottenere l'applauso.
Ci sono i meeting, e i convegni e i seminari di formazione dove la claque può osannare il più simpatico.
Intorno al nulla però c'è un apparato, ci sono sedi, seggioline di plastica, ferrotubi per costruire gazebo e stand per le feste di partito.
Così come una piadina o una salsiccia non è di parte e può sfamare uno di destra o uno di sinistra, così in questi partiti senza idee, chiunque della cosidetta società civile può essere dato in pasto agli elettori del proprio schieramento.
Basta condirlo con la salsa marketing più giusta.
Non ci sarebbe niente di strano se Ambrosoli non fosse stato il candidato sindaco di Milano per il terzo polo nel 2011.
Ovvero all'interno dei partiti dello schieramento di sinistra evidentemente non c'era nessuno capace, intelligente e onesto che si potesse candidare.
Del resto Ambrosoli faceva gola anche a destra e, ovviamente al centro.
Come è possibile che un uomo solo possa rappresentare le idee di tre schieramenti antitetici?
Perché, in realtà, quegli schieramenti sono basati su partiti che non rappresentano nulla. Al loro interno non si trova niente.
Non c'è un'idea di base sulla quale declinare la politica quotidiana, con la quale confrontarsi per scrivere le leggi e cercare di costruire una società diversa.
Per questo al loro interno non si parla di idee, non si discute di problemi ma si lavora solo sul marketing. Di come rendere migliore il nulla, più appetibile il niente.
Non ci sono scuole di partito, perché non c'è nulla da insegnare.
Non ci sono veri congressi dove si scontrano opinioni e progetti.
Ci sono solo le passerelle, dove le persone in vista parlano per ottenere l'applauso.
Ci sono i meeting, e i convegni e i seminari di formazione dove la claque può osannare il più simpatico.
Intorno al nulla però c'è un apparato, ci sono sedi, seggioline di plastica, ferrotubi per costruire gazebo e stand per le feste di partito.
Così come una piadina o una salsiccia non è di parte e può sfamare uno di destra o uno di sinistra, così in questi partiti senza idee, chiunque della cosidetta società civile può essere dato in pasto agli elettori del proprio schieramento.
Basta condirlo con la salsa marketing più giusta.
Quando? entro Aprile 2013, no?
Quando gli operai ed i minatori sardi capiranno che non devono aspettare l'aiuto dei politici ma scegliere uno di loro e candidarlo alle prossime elezioni, solo allora potranno ottenere finalmente qualcosa...
Quando i no-TAV capiranno che non devono credere in un qualsiasi movimento per avere un po' di ascolto ma allearsi agli operai sardi e candidare nel loro collegio uno di loro, solo allora i progetti faraonici smetteranno e così il debito si ridurrà...
Quando gli ecologisti tarantini capiranno che non devono più sperare nei giudici ma devono unirsi per una forza politica nazionale con i no-tav e gli operai e minatori sardi e candidare per la puglia i propri rappresentanti, solo allora le fabbriche inquinanti smetterano di uccidere...
Però tutti dicono che non è possibile, tutti si affannano a spiegare ai minatori, agli operai, ai no-tav, agli ecologisti, ecc. ecc. che non possono farcela, che non riuscirebbero a fare nulla senza i partiti.
Quando i no-TAV capiranno che non devono credere in un qualsiasi movimento per avere un po' di ascolto ma allearsi agli operai sardi e candidare nel loro collegio uno di loro, solo allora i progetti faraonici smetteranno e così il debito si ridurrà...
Quando gli ecologisti tarantini capiranno che non devono più sperare nei giudici ma devono unirsi per una forza politica nazionale con i no-tav e gli operai e minatori sardi e candidare per la puglia i propri rappresentanti, solo allora le fabbriche inquinanti smetterano di uccidere...
Però tutti dicono che non è possibile, tutti si affannano a spiegare ai minatori, agli operai, ai no-tav, agli ecologisti, ecc. ecc. che non possono farcela, che non riuscirebbero a fare nulla senza i partiti.
Eppure abbiamo avuto politici come Renzo Bossi e Cicciolina, eppure abbiamo avuto ministri come Calderoli e Gelmini, e se sono potuti entrare loro in politica perché non lo può fare un sindacalista preoccupato per i suoi compagni di lavoro e le loro famiglie, una mamma preoccupata per il futuro dei suoi figli, o un'espropriato dalle ruspe per il TAV?
Cosa hanno in meno? La Costituzione stabilisce che chiunque può candidarsi, non mette limiti non accetta etichette e patenti. Tutti i cittadini che hanno i diritti civili possono farsi eleggere.
Altri poi dicono che non si riuscirebbe a riunire tante anime diverse, perché tutti vogliono qualcosa di diverso. Come se i partiti che hanno fatto parte delle coalizioni che si sono presentate negli ultimi 20 anni avessero avuto qualche idea comune, qualche progetto condiviso veramente. Come se i partiti che si stanno presentando per la prossima legislatura fossero coesi al loro interno e seguissero tutti lo stesso programma e lavorassero tutti per lo stesso obiettivo.
L'unione dei cittadini attraverso i propri gruppi e secondo le situazioni locali è possibile e non sono rari i casi in cui è successo nella storia delle nazioni. Spesso è avvenuto in sistuazioni di emergenza o problematiche.
Questa è una di quelle.
I governi LOBBYtomizzati
Chi pensa che Monti, non dovendo dipendere dal risultato elettorale, si possa muovere liberamente non considera che come ex e futuro Rettore della Bocconi deve rendere conto alle lobby degli affari più di tutti gli altri.
Il suo prodotto scolastico infatti è destinato ai figli degli imprenditori e degli affaristi italiani ed esteri, che devono essere costantemente blanditi, per esempio insegnando il modo migliore per ottenere il massimo profitto a qualunque costo.
Per attirare nell'università i futuri dirigenti aziendali, bancari e finanziari e indottrinare schiere di economisti assertivi, è necessario dimostrare che le teorie ed i metodi insegnati sono quelli vincenti.
Quello che fa Monti è cercare di giustificare ai propri clienti-studenti che quello che ha insegnato negli anni '80 e '90 era giusto: nonostante i derivati, la fallimentare apertura verso la Cina, la gestione inflazionistica dell'Euro e così via.
E dato che i suoi clienti sono l'espressione del sistema imprenditoriale italiano è necessario anche aiutarli a sviluppare i loro business smantellando tutti quelli che sono considerati vincoli al pieno sfruttamento delle risorse e delle persone: allora si spiegano le scelte che penalizzano la salute e l'ecologia, lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, la privatizzazione o l'azzeramento delle attività pubbliche (comprese le scuole e la sanità).
Nonostante che tutte le belle teorie degli anni degli yuppies si siano rivelate disastrose, i protagonisti economici e culturali di quella stagione invece di riconoscere i propri errori, hanno pensato che sia più semplice cambiare i parametri di calcolo e le leggi di bilancio per far tornare i conti.
Un po' come fece Craxi che invece di ridurre l'inflazione ne cambiò il paniere di riferimento o come si fece con il livello di atrazina nell'acqua per rendere potabile anche quella inquinata.
Allo stesso modo, questo governo, invece di "bonificare" le banche e le imprese da personaggi che hanno sempre mirato ai propri miopi interessi a scapito della comunità, fornisce loro sempre nuovi strumenti per raggiungere il pareggio di bilancio, compresa la facoltà di mentire quando pubblicano i dati.
Si permette così alla FIAT di scegliere di investire negli USA e disinvestire in Italia, così come si è consigliato ed insegnato a tutti gli imprenditori che negli ultimi 20 anni hanno "delocalizzato" nell'Europa dell'Est e in Asia.
Si devono quindi permettere tutte le nuove attività di sfruttamento del territorio, quelle più piratesche, perché le altre, il carbone e l'alluminio sardi, per esempio, non permettono gli utili fantastici del prendi e fuggi.
In tutto questo, i partiti non sono scomparsi. Anche loro legati alle proprie lobbyne e lobbette, tirano la giacca del governo cercando di prendere parte alla spartizione dei favori. Chi invoca le "piccole medie imprese", chi pretende liberazioni ma perché "a favore dei lavoratori", chi difende un settore economico chi una rete di media.
Alle prossime elezioni, i partiti saranno, come sempre, solo i rappresentanti delle lobby che li finanzieranno nella campagna elettorale. Cercheranno il voto dei cittadini raccontando il loro falso interesse per il bene del paese e appena eletti, continueranno a fregarsene della volontà degli elettori, come hanno sempre fatto dopo i referendum.
Perché la volontà della gente comune male si adatta a quella delle lobby, che senza le legine a loro favore non potrebbero prosperare.
I personaggi dietro le lobby dovrebbero accontentarsi di lavorare duro per guadagnare il giusto invece di ottenere ricchezze favolose per vie traverse come insegnato dai guru delle scuole economiche.
Il suo prodotto scolastico infatti è destinato ai figli degli imprenditori e degli affaristi italiani ed esteri, che devono essere costantemente blanditi, per esempio insegnando il modo migliore per ottenere il massimo profitto a qualunque costo.
Per attirare nell'università i futuri dirigenti aziendali, bancari e finanziari e indottrinare schiere di economisti assertivi, è necessario dimostrare che le teorie ed i metodi insegnati sono quelli vincenti.
Quello che fa Monti è cercare di giustificare ai propri clienti-studenti che quello che ha insegnato negli anni '80 e '90 era giusto: nonostante i derivati, la fallimentare apertura verso la Cina, la gestione inflazionistica dell'Euro e così via.
E dato che i suoi clienti sono l'espressione del sistema imprenditoriale italiano è necessario anche aiutarli a sviluppare i loro business smantellando tutti quelli che sono considerati vincoli al pieno sfruttamento delle risorse e delle persone: allora si spiegano le scelte che penalizzano la salute e l'ecologia, lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, la privatizzazione o l'azzeramento delle attività pubbliche (comprese le scuole e la sanità).
Nonostante che tutte le belle teorie degli anni degli yuppies si siano rivelate disastrose, i protagonisti economici e culturali di quella stagione invece di riconoscere i propri errori, hanno pensato che sia più semplice cambiare i parametri di calcolo e le leggi di bilancio per far tornare i conti.
Un po' come fece Craxi che invece di ridurre l'inflazione ne cambiò il paniere di riferimento o come si fece con il livello di atrazina nell'acqua per rendere potabile anche quella inquinata.
Allo stesso modo, questo governo, invece di "bonificare" le banche e le imprese da personaggi che hanno sempre mirato ai propri miopi interessi a scapito della comunità, fornisce loro sempre nuovi strumenti per raggiungere il pareggio di bilancio, compresa la facoltà di mentire quando pubblicano i dati.
Si permette così alla FIAT di scegliere di investire negli USA e disinvestire in Italia, così come si è consigliato ed insegnato a tutti gli imprenditori che negli ultimi 20 anni hanno "delocalizzato" nell'Europa dell'Est e in Asia.
Si devono quindi permettere tutte le nuove attività di sfruttamento del territorio, quelle più piratesche, perché le altre, il carbone e l'alluminio sardi, per esempio, non permettono gli utili fantastici del prendi e fuggi.
In tutto questo, i partiti non sono scomparsi. Anche loro legati alle proprie lobbyne e lobbette, tirano la giacca del governo cercando di prendere parte alla spartizione dei favori. Chi invoca le "piccole medie imprese", chi pretende liberazioni ma perché "a favore dei lavoratori", chi difende un settore economico chi una rete di media.
Alle prossime elezioni, i partiti saranno, come sempre, solo i rappresentanti delle lobby che li finanzieranno nella campagna elettorale. Cercheranno il voto dei cittadini raccontando il loro falso interesse per il bene del paese e appena eletti, continueranno a fregarsene della volontà degli elettori, come hanno sempre fatto dopo i referendum.
Perché la volontà della gente comune male si adatta a quella delle lobby, che senza le legine a loro favore non potrebbero prosperare.
I personaggi dietro le lobby dovrebbero accontentarsi di lavorare duro per guadagnare il giusto invece di ottenere ricchezze favolose per vie traverse come insegnato dai guru delle scuole economiche.
Al cittadino non far sapere...
I partiti, specialmente quelli italiani, sono l'evoluzione delle organizzazioni massonico-carbonare da una parte ed ecclesiali dall'altra.
In entrambi i casi il popolo non doveva mai essere messo al corrente di tutto, perché ingnorante e perché non adatto a raggiungere il mistero dei rituali, incapace di intendere e di volere. Solo i capi, i pensatori, i politici di mestiere, gli ecclesiastici di alto rango, sapevano cosa fosse meglio per loro.
Dato che però dovevano fare i conti con le monarchie, impararono che era meglio non dire in giro quali erano i loro veri obiettivi, perché le monarchie vedevano in tutte le organizzazioni minacce (spesso reali) al loro potere che volevano assoluto.
Così, impararono a riunirsi in piccoli gruppi, solo quelli che contano, per organizzare e tramare nell'ombra. Poi, una volta ottenuto un po' di potere, finalmente avrebbero potuto spiegare le loro idee al popolo. Popolo che a quel punto le avrebbe dovute accettare contento del miglioramento raggiunto grazie ai "congiurati".
E non capirono, quei politici ottocenteschi, perché il popolo invece non li seguiva. Non capirono il brigantaggio del sud Italia, non capirono, in seguito perché molti operai e contadini non aderivano all'idea socialista.
L'avvento del fascismo in Italia, massimo esempio di politici che avevano obiettivi diversi da quelli che predicavano, costrinse ancora per decenni gli altri partiti a sistemi di politica clandestina, in parte proseguita anche dopo la seconda guerra mondiale a causa della guerra fredda.
Nel dopoguerra, poi, le imposizioni americane nelle scelte del paese, diedero una nuova scusante ai politici al governo per non condividere col popolo tutte le informazioni, come l'adesione di molti di loro a organizzazioni paramilitari come Gladio.
Ora, che tutto il mondo è cambiato, rimangono però nelle logiche dei partiti un paio di elementi dei secoli scorsi: non far sapere tutto ai cittadini, neppure ai propri simpatizzanti e decidere in pochi per il "bene" di tutti.
Quando i cittadini decisero con referendum il divorzio, la possibilità di abortire legalmente, l'eliminazione di ministeri e del finanziamento ai partiti, il bando del nucleare, e per ultimo che l'acqua rimanesse pubblica i politici italiani cercarono in tutti i modi (a volte riuscendovi) a sovvertire la decisione popolare.
Nonostante siamo in una democrazia dal più di mezzo secolo e la parola popolo venga invoca in tutte le formule di rito i politici ritengono che siano loro gli unici in grado di capire cosa sia giusto per il paese.
Da quasi un anno si è dimesso Berlusconi ma i politici eletti con luigrazie al premio di maggioranza, e che quindi che non avrebbero più diritto a restare, non si sono dimessi, anzi appoggiano l'attuale governo insieme a quelli che sono stati eletti come minoranza.
Neppure si è ritenuto corretto rifare le elezioni.
La motivazione è che il popolo, come è successo in Grecia, potrebbe fare delle scelte non adatte all'attuale crisi economica. Crisi che è stata creata proprio da coloro che sostengono il governo con le loro passate scelte riguardo all'indebitamento e allo sviluppo del paese.
Nel frattempo però i politici italiani, si incontrano al vertice per discutere.
Per decidere le scelte del governo (tra ex-avversari) e nello stesso tempo per decidere gli accorpamenti per le prossime elezioni (tra ex-alleati) in una giravolta continua di riunioni e abboccamenti, interviste e conferenze programmatiche, spesso negati e smentiti un attimo dopo.
In tutto questo, quelli che mi fanno più tristezza sono gli iscritti e simpatizzanti dei partiti. Per esempio, quelli scesi in piazza per contrastare le scelte di Berlusconi e che adesso accettano scelte identiche ma fatte da Monti.
Invece di comprendere che i politici nelle loro scelte non si curano del popolo, cercano di difendere l'operato di quelli che ritengono dalla loro parte. E arrampicandosi sugli specchi ci spiegano che è per il bene del paese che, loro per primi, potranno perdere il lavoro, la casa e la pensione.
E difendono i loro amati politici che invece si terranno il posto, le loro case e le loro pensioni... anche loro solo per il bene del paese.
In entrambi i casi il popolo non doveva mai essere messo al corrente di tutto, perché ingnorante e perché non adatto a raggiungere il mistero dei rituali, incapace di intendere e di volere. Solo i capi, i pensatori, i politici di mestiere, gli ecclesiastici di alto rango, sapevano cosa fosse meglio per loro.
Dato che però dovevano fare i conti con le monarchie, impararono che era meglio non dire in giro quali erano i loro veri obiettivi, perché le monarchie vedevano in tutte le organizzazioni minacce (spesso reali) al loro potere che volevano assoluto.
Così, impararono a riunirsi in piccoli gruppi, solo quelli che contano, per organizzare e tramare nell'ombra. Poi, una volta ottenuto un po' di potere, finalmente avrebbero potuto spiegare le loro idee al popolo. Popolo che a quel punto le avrebbe dovute accettare contento del miglioramento raggiunto grazie ai "congiurati".
E non capirono, quei politici ottocenteschi, perché il popolo invece non li seguiva. Non capirono il brigantaggio del sud Italia, non capirono, in seguito perché molti operai e contadini non aderivano all'idea socialista.
L'avvento del fascismo in Italia, massimo esempio di politici che avevano obiettivi diversi da quelli che predicavano, costrinse ancora per decenni gli altri partiti a sistemi di politica clandestina, in parte proseguita anche dopo la seconda guerra mondiale a causa della guerra fredda.
Nel dopoguerra, poi, le imposizioni americane nelle scelte del paese, diedero una nuova scusante ai politici al governo per non condividere col popolo tutte le informazioni, come l'adesione di molti di loro a organizzazioni paramilitari come Gladio.
Ora, che tutto il mondo è cambiato, rimangono però nelle logiche dei partiti un paio di elementi dei secoli scorsi: non far sapere tutto ai cittadini, neppure ai propri simpatizzanti e decidere in pochi per il "bene" di tutti.
Quando i cittadini decisero con referendum il divorzio, la possibilità di abortire legalmente, l'eliminazione di ministeri e del finanziamento ai partiti, il bando del nucleare, e per ultimo che l'acqua rimanesse pubblica i politici italiani cercarono in tutti i modi (a volte riuscendovi) a sovvertire la decisione popolare.
Nonostante siamo in una democrazia dal più di mezzo secolo e la parola popolo venga invoca in tutte le formule di rito i politici ritengono che siano loro gli unici in grado di capire cosa sia giusto per il paese.
Da quasi un anno si è dimesso Berlusconi ma i politici eletti con luigrazie al premio di maggioranza, e che quindi che non avrebbero più diritto a restare, non si sono dimessi, anzi appoggiano l'attuale governo insieme a quelli che sono stati eletti come minoranza.
Neppure si è ritenuto corretto rifare le elezioni.
La motivazione è che il popolo, come è successo in Grecia, potrebbe fare delle scelte non adatte all'attuale crisi economica. Crisi che è stata creata proprio da coloro che sostengono il governo con le loro passate scelte riguardo all'indebitamento e allo sviluppo del paese.
Nel frattempo però i politici italiani, si incontrano al vertice per discutere.
Per decidere le scelte del governo (tra ex-avversari) e nello stesso tempo per decidere gli accorpamenti per le prossime elezioni (tra ex-alleati) in una giravolta continua di riunioni e abboccamenti, interviste e conferenze programmatiche, spesso negati e smentiti un attimo dopo.
In tutto questo, quelli che mi fanno più tristezza sono gli iscritti e simpatizzanti dei partiti. Per esempio, quelli scesi in piazza per contrastare le scelte di Berlusconi e che adesso accettano scelte identiche ma fatte da Monti.
Invece di comprendere che i politici nelle loro scelte non si curano del popolo, cercano di difendere l'operato di quelli che ritengono dalla loro parte. E arrampicandosi sugli specchi ci spiegano che è per il bene del paese che, loro per primi, potranno perdere il lavoro, la casa e la pensione.
E difendono i loro amati politici che invece si terranno il posto, le loro case e le loro pensioni... anche loro solo per il bene del paese.
Spending e Spanding review
Si Spende e si Spande: per aeroplani da guerra, per auto blu, per stipendi di politici a tutti i livelli, per falsi lavoratori, invalidi e ciechi e soprattutto per le tangenti nella sanità e in tutti i lavori pubblici.
Si Spande a pioggia per gli sport olimpionici e per gli spot TV. Per dirci di andare in vacanza in Italia e per permettere a società calcistiche fallite di pagare stipendi milionari a giocatori di calcio, uomini spesso falliti nella vita ma che però sanno muovere bene la palla in un campo di erba sintetica (perché quella naturale piuttostoche farsi calpestare muore).
Invece si tagliano altre spese, come i letti negli ospedali.
Del resto perché la gente si ammala? Solo per potersene stare nel letto dell'ospedale gratis, ovvio.
Non perché le ciminiere dell'Ilva hanno lavorato a tutto spiano, non perché non ci sono regole efficaci nel traffico e gli incidenti si ripetono come le estrazioni di un lotto mortale.
La gente si ammala perché prevenire è meglio che curare ma i tangentisti e i faccendieri non guadagnerebbero abbastanza. Allora togliamo qualche letto di ospedale e aumentiamo i costi della sanità, così i faccendieri guadagneranno di più ma anche le cliniche private. Non facciamo sempre figli e figliastri. "Spanding" review per tutti!!
E di cosa vi lamentate? La colpa non è dei politici che hanno votato ieri la fiducia al governo Monti, i vari Bersani e Berlusconi, Alfano e Casini.
Perché non è certo colpa loro se i conti non sono in ordine: hanno governato loro negli scorsi 20 anni ma evidentemente stavano pensando ad altro.
Non si sono accordi che i cittadini ingordi Spendevano troppo e, probabilmente di nascosto dai governi Prodi, D'Alema, Berlusconi, vendevano BOT e CCT agli investitori stranieri.
I politici non si accorgevano che le regioni, le province e i comuni, sempre governati da loro, stavano facendo in piccolo quello che lo stato faceva in grande.
Non potevano fare un controllo dei conti ogni mese, cercando di spendere il giusto, contrattando con i fornitori e rinunciando alle spese eccessive e faraoniche.
Quello non è compito di questi politici. Compito dei politici era semplicemente quello di Spandere soldi, soprattutto agli amici, perché si sa, gli amici si vedono nel momento del bisogno (ovvero durante i processi per corruzione).
E Spandendo oggi e Spendendo domani, questi buontemponi di politici, finanziavano persino le feste ed i meeting di ogni specie (come dimenticarsi dei soldi della regione Lombardia donati da Formigoni per lo stand in quello di CL).
E se finiscono i soldi, nessun problema. Si fa tutto a debito: il TAV, l'acquisto di auto, aerei ed elicotteri, la costruzione di stadi e ospedali (messi sullo stesso piano). Volevano fare a debito addirittura il ponte sullo stretto di Sicilia e le centrali nucleari, tanto i finanziatori si sarebbero trovati.
Ed ecco che questi politici, di lungo corso adesso si stanno preparando per la prossima campagna elettorale.
Per farlo, la prima cosa è far dimenticare il passato: cari elettori guardiamo al futuro!
E chi regalerà ai cittadini il sogno più bello, il viso più sorridente e nello stesso momento che infonda ottimismo, potrà governare.
Per farlo è necessario che non ci siano voci fuori dal coro, dissonanti. Vendola è già stato recuperato, Di Pietro e la Lega faranno come al solito i "poliziotti cattivi" degli schieramenti per tranquilizzare i critici e convincerli comunque a votare.
Rimane l'incognita Grillo ma che verrà massmediaticamente azzerata.
Già sono pronti, con le foto smaglianti e gli slogan sognanti, che riempiranno le strade le TV quando si tornerà nelle città, ora assonnate e deserte.
Si Spande a pioggia per gli sport olimpionici e per gli spot TV. Per dirci di andare in vacanza in Italia e per permettere a società calcistiche fallite di pagare stipendi milionari a giocatori di calcio, uomini spesso falliti nella vita ma che però sanno muovere bene la palla in un campo di erba sintetica (perché quella naturale piuttostoche farsi calpestare muore).
Invece si tagliano altre spese, come i letti negli ospedali.
Del resto perché la gente si ammala? Solo per potersene stare nel letto dell'ospedale gratis, ovvio.
Non perché le ciminiere dell'Ilva hanno lavorato a tutto spiano, non perché non ci sono regole efficaci nel traffico e gli incidenti si ripetono come le estrazioni di un lotto mortale.
La gente si ammala perché prevenire è meglio che curare ma i tangentisti e i faccendieri non guadagnerebbero abbastanza. Allora togliamo qualche letto di ospedale e aumentiamo i costi della sanità, così i faccendieri guadagneranno di più ma anche le cliniche private. Non facciamo sempre figli e figliastri. "Spanding" review per tutti!!
E di cosa vi lamentate? La colpa non è dei politici che hanno votato ieri la fiducia al governo Monti, i vari Bersani e Berlusconi, Alfano e Casini.
Perché non è certo colpa loro se i conti non sono in ordine: hanno governato loro negli scorsi 20 anni ma evidentemente stavano pensando ad altro.
Non si sono accordi che i cittadini ingordi Spendevano troppo e, probabilmente di nascosto dai governi Prodi, D'Alema, Berlusconi, vendevano BOT e CCT agli investitori stranieri.
I politici non si accorgevano che le regioni, le province e i comuni, sempre governati da loro, stavano facendo in piccolo quello che lo stato faceva in grande.
Non potevano fare un controllo dei conti ogni mese, cercando di spendere il giusto, contrattando con i fornitori e rinunciando alle spese eccessive e faraoniche.
Quello non è compito di questi politici. Compito dei politici era semplicemente quello di Spandere soldi, soprattutto agli amici, perché si sa, gli amici si vedono nel momento del bisogno (ovvero durante i processi per corruzione).
E Spandendo oggi e Spendendo domani, questi buontemponi di politici, finanziavano persino le feste ed i meeting di ogni specie (come dimenticarsi dei soldi della regione Lombardia donati da Formigoni per lo stand in quello di CL).
E se finiscono i soldi, nessun problema. Si fa tutto a debito: il TAV, l'acquisto di auto, aerei ed elicotteri, la costruzione di stadi e ospedali (messi sullo stesso piano). Volevano fare a debito addirittura il ponte sullo stretto di Sicilia e le centrali nucleari, tanto i finanziatori si sarebbero trovati.
Ed ecco che questi politici, di lungo corso adesso si stanno preparando per la prossima campagna elettorale.
Per farlo, la prima cosa è far dimenticare il passato: cari elettori guardiamo al futuro!
E chi regalerà ai cittadini il sogno più bello, il viso più sorridente e nello stesso momento che infonda ottimismo, potrà governare.
Per farlo è necessario che non ci siano voci fuori dal coro, dissonanti. Vendola è già stato recuperato, Di Pietro e la Lega faranno come al solito i "poliziotti cattivi" degli schieramenti per tranquilizzare i critici e convincerli comunque a votare.
Rimane l'incognita Grillo ma che verrà massmediaticamente azzerata.
Già sono pronti, con le foto smaglianti e gli slogan sognanti, che riempiranno le strade le TV quando si tornerà nelle città, ora assonnate e deserte.
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