L'Ilva di Taranto, la FIAT di Pomigliano, i condoni, lo scudo...
I nostri politici sono incapaci allo stato puro. Non sono in grado mai di affrontare alcun problema seriamente, prima che accada, con professionalità e competenza.
Sono sempre alla ricerca del consenso di tutti quelli che hanno i soldi per condizionare l'opinione pubblica: magnati dell'industria, mafiosi, imprenditori da galera, scalatori di banche.
E quindi sono sempre disposti a cedere, a non rispettare neppure le leggi che loro stesso hanno scritto, a fare accordi sotto-banco, a derogare sulla sanità e sulla salute, sulla giustizia e sul diritto.
C'è sempre una postilla, un cavillo, un'interpretazione della legge che rivolta la frittata, che blocca i processi, che non fa accettare le prove evidenti, che intimorisce i testimoni scomodi e i giudici che fanno troppe indagini.
E nonostante sia chiaro tutto, le persone non capiscono di essere vittime di loro stesse e del sistema. Perché gli imprenditori gli buttano le briciole: volete un lavoretto a 1000 euro al mese? Eccolo qui.
Però dovete cedere la torta: il patrimonio pubblico, gli stipendi dei parlamentari, l'ambiente, la vostra salute e quella dei vostri figli e dei vostri nipoti, i diritti sul lavoro, le tasse, l'acqua pubblica...
Ed ecco quindi che appare il politico che difende gli imprenditori, che impedisce ai cittadini di reagire, che, intervistato, mette sempre in dubbio le accuse e le prove del malaffare, della corruzione, dell'inquinamento ambientale.
E si porta dietro schiere di parolieri e professori per dimostrare l'indimostrabile (come quando volevano far credere che le centrali nucleari sono sicure e per maggiore sicurezza andavano messe nella pianura padana perché lì non ci sarebbero mai stati terremoti!).
Quindi per anni hanno sentenziato che l'Ilva inquinava ma non troppo, che la rinuncia dei diritti dei lavoratori a Pomigliano era necessaria per la globalizzazione, che i condoni edilizi servivano alle famiglie che avevano bisogno di una stanza in più non per favorire l'edilizia dei palazzinari, che lo scudo fiscale avrebbe permesso di ridurre grandemente il debito pubblico.
Ora è il momento di chiedersi se vale la pena lottare per le briciole o per la torta.
Gli operai devono chiedersi se i finanziamenti pubblici debbano andare ad aiutare le aziende in crisi o piuttosto direttamente i lavoratori delle stesse aziende.
I malati devono interrogarsi se vale la pena avere un servizio sanitario appena sufficiente perché vengono foraggiate cliniche private e faccendieri o un servizio sanitario pubblico efficente.
I cittadini devono capire se è migliore una politica al servizio delle multinazionali (comprese quelle illegali e mafiose) o una che li difenda e li protegga da quelle stesse multinazionali.
Nessun commento:
Posta un commento