Molti dirigenti di queste associazioni e comitati sono ormai parte del sistema: sanno che quelle dei politici sono solo promesse elettorali e cercano di trarre il massimo profitto, magari solo personale. I cittadini, invece pensano che i partiti li aiuteranno per davvero, si fidano e votano i partiti che a parole sono con loro ma poi nei fatti, per mille ragioni non fanno nulla e neppure si impegnano.
Questo perché le persone elette essendo rappresentanti prima di tutto di un partito devono rispondere alle esigenze del loro partito e portare avanti un programma e quindi considerano le istanze delle associazioni e dei comitati che li hanno aiutati argomenti marginali.
Alle scorse elezioni regionali il movimento NoTAV è stato ascoltato solo dal M5* e quindi ha aiutato quest'ultimo a far eleggere i suoi rappresentanti.
In questo modo il movimento NoTAV si è appoggiato ad un partito sperando che quel partito lo potesse aiutare nella sua lotta.
Ma anche in questo caso, dove sicuramente non ci sono interessi economici tra i due movimenti, la questione NoTAV è solo una parte dei problemi della regione Piemonte e gli eletti del M5* con tutta la più bona volontà vi si possono dedicare alla TAV solo in parte.
Ma cosa sarebbe successo se invece fosse stato eletto un rappresentante del movimento NoTAV con l'unico scopo di far smettere i lavori? Avrebbe battagliato ogni giorno sull'argomento, e come rappresentante democraticamente eletto avrebbe potuto accedere ai media per difendere la propria idea. In quel caso i giornalisti non avrebbero potuto chiedergli cosa ne pensava di Grillo o di quello che fa il M5* in Emilia, ma avrebbero dovuto parlare del suo problema trovando di fronte una persona che con le sue argomentazioni precise avrebbe ricacciato tutte le domande non pertinenti costringendo gli interlocutori a parlare esclusivamente di TAV.
Quindi proviamo a immaginare cosa succederebbe se ogni associazione o comitato si presentasse alle prossime elezioni portando avanti un proprio rappresentante. E cerchiamo di pensare a come sarebbe il quadro politico nazionale se quelle associazioni, comitati e magari liste civiche si presentassero tutte insieme per superare gli sbarramenti e portassero avanti proprie persone, ciascuna col solo impegno di risolvere il problema posto dai cittadini che rappresenta.
Di colpo i partiti sarebbero per la gran parte inutili. Non ci sarebbero più eletti che seguono solo i propri interessi dopo aver promesso di occuparsi di altro.
Nel caso il tema fosse affrontato e risolto durante la legislatura il deputato dovrebbe semplicemente dimettersi per dare spazio ad un'altra tematica, e così via.
Finita poi la legislatura, se il problema rappresentato dagli eletti dell'associazione avrebbe cessato di essere di pubblico interesse, anche l'associazione potrebbe semplicemente sparire.
Perché questo avvenga non servono grandi assemblee, organigrammi e dibattiti sul programma. Basterebbe organizzarsi su poche regole comuni:
- ogni associazione (comitato, ecc.) deve esistere da più di un anno (per evitare la creazione di associazioni a scopo elettorale)
- non portare avanti logiche settarie o corporativiste (tipo quelli del "non nel mio giardino": se si è contro una discarica si è contro anche alle altre discariche in ogni luogo),
- non essere neofascisti o ricollegabili a movimenti di estrema destra o xenofobi,
- essere dalla parte di chi lotta contro le mafie,
- presentare solo candidati incensurati e non indagati,
- accettare che finito il mandato specifico l'eletto si dimetta subito per dare spazio ad altre tematiche (e che non si metta a rappresentare cose che nessuno gli ha chiesto),
- non far parte, ovviamente, di nessun partito.
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