Il nuovo soggetto politico non è così irreale come potrebbe sembrare.
Qualche tempo fa nacque un'idea simile che si chiama Ecologisti e Civici che però non ha avuto il successo sperato, perché s'è posto subito il problema della leadership e del programma comune. Ovviamente nessuno vuole abdicare il proprio potere decisionale e confluendo tutti in un unico partito la paura di molte associazioni e liste civiche era che chi sarebbe riuscito a raccogliere più consensi, quindi molto probabilmente i Verdi, avrebbe potuto comandare sugli altri.
Non solo, la necessità di definire un programma comune il più completo possibile ha rallentato il processo di unificazione, perché ovviamente non tutti possono avere la stessa visione su problemi locali, nazionali o internazionali.
Visti i limiti si deve superare quel modello: correttamente si vuole mettere insieme soggetti che hanno tutte le caratteristiche per collaborare, ma non si deve chiedere loro di far cessare la propria organizzazione, magari piccola e nata per affrontare problemi a livello di comune, per farla confluire in una più grande dove non sarebbe altro che una sigla le tante.
Ciascuno dovrebbe rimanere indipendente dagli altri, ad esclusione di pochi elementi comuni (il logo elettorale per esempio). Saranno i cittadini, votando a determinare chi all'interno dell'unione ha maggiore rappresentatività.
Anche così però chi avrà più eletti, se si avranno, non avrà mai il diritto di determinare la linea politica generale ed imporre decisioni che sarebbero sempre e solo di un gruppo e non dell'unanimità.
La nuova forza politica dovrebbe poi lavorare senza prevaricare i cittadini che rappresenta e quindi i suoi eletti non dovrebbero mai prendere decisioni su argomenti che non erano previsti nel programma elettorale, astenendosi o chiedendo la realizzazione di specifici referendum.
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